ANC Segrate

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domenica 3 luglio 2016

ronde non autorizzate e rivolte


La rivolta dei cinesi. Solo l'inizio?


  scritto dal gen. Raffaele Vacca

(Ansa) Prato, 1 Luglio 2016 - Il responsabile dell' associazione cinese "La Città del Cervo Bianco" di Prato avrebbe attuato "indebite attività di vigilanza" in favore di connazionali, presidiando il territorio e "organizzando ronde o spedizioni" nei confronti di cittadini nordafricani, "anche estranei a fatti delittuosi". Lo riferisce la Polizia dando notizia di indagini in corso a Prato per aggressioni a cittadini extracomunitari, prevalentemente di origine magrebina.

L'altro ieri, i Carabinieri hanno arrestato due cinesi accusati di resistenza a pubblico ufficiale durante i tafferugli a Sesto Fiorentino. Proseguono intanto gli accertamenti anche da parte della Digos per ricostruire la dinamica dei disordini e le eventuali responsabilità dei singoli manifestanti (alcune centinaia).
La situazione a Sesto Fiorentino è tornata alla normalità dopo le due della notte scorsa.
 

I cinesi che hanno dato vita ad una rivolta a cui sono seguiti tafferugli sono stati dispersi dalla Polizia e altri si sono allontanati da soli nelle vie limitrofe a piazza Marconi. Dopo l’ultima carica sono rimasti contusi in modo lieve due Agenti di Polizia e un Carabiniere. 
La protesta era cominciata verso le 18 di mercoledì sera con i primi tafferugli tra Agenti e alcune decine di cinesi e ha poi assunto toni concitati con il passare delle ore….

(...) Le imprese cinesi erano così riuscite, anche grazie all’attività  di compiacenti professionisti sia italiani che cinesi, a costituire, Prato in testa, veri e propri distretti produttivi in grado di influenzare la lecita concorrenza nel libero mercato. Il giro d’affari della cd. “industria del falso” era stimato fra il 2 ed il 7 % dell’intero commercio mondiale.
Quello che urgentemente occorre, indipendentemente da costosissimi e inutili studi sociologici e blaterazioni di politici incompetenti, è, lo ripetiamo sino alla noia, un pressante controllo del territorio, una presenza costante delle "divise di quartiere", ben supportate da "Volanti"  della Polizia e da "Gazzelle"dell'Arma, in buon numero, implementate da Militari delle FFAA, quale unico e vero fattore di deterrenza contro il crimine, per un  rapido intervento all'emergenza, previo  monitoraggio dei fenomeni per cogliere segnali importanti di disagio sociale sfociabili in gravi rivolte.
Una volta che le periferie esploderanno, com'è possibile, non basteranno certamente i Reparti Celere della Polizia né i Battaglioni dei Carabinieri in tenuta antisommossa a risolvere i problemi dell'integrazione e del controllo di legalità, e questo in virtù del motto latino che recita che  "è meglio prevenire, che reprimere" … 


Si segnala che sull'argomento cinesi in Italia, il 17 Agosto 2013, su questa testata "attualita.it", abbiamo pubblicato altro articolo dal titolo: "La mafia cinese crea allarme da non sottovalutare".


       Raffaele Vacca, gen. b.
   
articolo completo su: attualita.it


vedi anche: quartieri dove lo stato non esiste



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