22 febbraio 2024. Oggi cade il terzo anniversario della morte in combattimento del carabiniere scelto Vittorio Iacovacci mentre tentava di mettere in salvo l'ambasciatore Luca Attanasio durante una missione nella Repubblica Democratica del Congo.
Tutti i colleghi che lo avevano conosciuto ne parlano come di un uomo con uno splendido carattere, umile e sempre disponibile ad aiutare gli altri.
Aveva solo trent'anni, appena ventenne era entrato come paracadutista nel 187mo reggimento della Folgore, poi nel 2016 era diventato carabiniere nel 13mo reggimento Gorizia.
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La motivazione della sua medaglia d'oro alla memoria:
«Addetto a Reggimento Carabinieri, in servizio di protezione ad Ambasciatore italiano impegnato in missione umanitaria in area caratterizzata da intensa conflittualità, ne garantiva, con fredda e ferma determinazione, l’incolumità durante il violento tentativo di sequestro ad opera di un commando armato. Nelle successive concitate fasi del conflitto a fuoco tra i rapitori e le forze di sicurezza locali, nel frattempo sopraggiunte, proseguiva, sprezzante dell’imminente pericolo, la coraggiosa azione di protezione dell’autorità. Nel corso dell’ultimo impavido tentativo di mettere in salvo il diplomatico, fattogli scudo con il proprio corpo, veniva colpito a morte, decedendo sul campo. Fulgido esempio di elette virtù militari e altissimo senso del dovere, spinti fino all’estremo sacrificio. Goma (Repubblica Democratica del Congo), 22 febbraio 2021»
Si tratta di un anniversario amaro per i familiari delle vittime e per chi ha sostenuto la ricerca di verità e giustizia. È di pochi giorni fa la decisione di non luogo a procedere della Gup del tribunale di Roma nei confronti di uno dei funzionari del Pam imputati, Rocco Leone, mentre l’altro, Mansour Rwagaza, risulta ancora irreperibile. Motivo: “Difetto di giurisdizione”. Ai due è stata riconosciuta l’immunità prevista per i dipendenti delle organizzazioni Onu. Ad oggi, nessuno risponderà in Italia di quanto è accaduto, a meno che il ricorso già annunciato dalla Procura della Repubblica non ottenga esito positivo. Ecco come, in soli tre anni, l’omicidio all’estero di due servitori dello Stato rischia di essere archiviato definitivamente senza che venga riconosciuta alcuna responsabilità.
RispondiEliminaColonnello Ceglie: Vittorio Iacovacci non lasciava mai nessuno indietro
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=ENAc0I7yA1U