ANC Segrate

Associazione Nazionale Carabinieri
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mercoledì 27 gennaio 2021

27 gennaio giornata della memoria

Oggi 27 gennaio si celebra la giornata della memoria.
Non imparare dalla storia ci condanna a ripetere gli errori.
Troppo facile limitarsi a demonizzare l'avversario e versare una lacrima sulle tombe delle vittime. 


Il 7 ottobre 1943 paracadutisti tedeschi, reparti delle Ss e uomini della Gestapo circondarono caserme e stazioni dei carabinieri di Roma; nella rete caddero duemila carabinieri, che furono disarmati, degradati e messi su treni che li avrebbero portati nei lager in Germania.

per approfondire: i Carabinieri nella difesa di Roma

Di chi fu la colpa di una pagina indubbiamente ingloriosia nella storia dell'Arma ?
L'azione valorosa del capitano Orlando De Tommaso fu, purtroppo, solo un episodio isolato.
Tra il 1940 e il 1945 la grande maggioranza parte dei militari italiani, addestrati a obbedire ciecamente agli ordini, subirono passivamente gli eventi legati al conflitto mondiale, fino a una sconfitta della quale paghiamo ancora oggi le conseguenze.
Nel 1940 ben pochi militari, infatti, seppero protestare contro la decisione di entrare in guerra totalmente impreparati. Ancora meno seppero prepararsi a scenari alternativi a quelli prospettati dalla propaganda del regime, anche dopo aver dovuto assistere a una serie continua di sconfitte sul campo, dal giugno 1940 al confine con la Francia, alla Libia, alla Grecia, alle deludenti battaglie navali nel Mediterraneo, alla ritirata di Russa, al bombardamento incontrastato contro la popolazione civile delle maggiori città del centro/nord.

Una serie continua di sconfitte militari che peraltro non erano una novità per l'esercito italiano, come già denunciato nell'articolo:  "dopo 100 anni rischiamo un'altra Caporetto".

Dopo il 25 luglio 1943, mentre le truppe tedesche pianificavano da subito l'invasione dell'Italia, la grande maggioranza degli uomini delle forze armate italiane rimanevano sconcertati e incapaci di affrontare adeguatamente una situazione difficile ma non imprevedibile.

In molte zone dell'Italia settentrionale la situazione di caos e di gravi illeciti fu subita dalla popolazione - ma anche da molti carabinieri - fino al 22 giugno 1946, quando il provvedimento di amnistia proposto dal ministro
di grazia e giustizia (comunista) Palmiro Togliatti pose fine a una dolorosa e vergognosa guerra civile.

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Come ci ricordava spesso il nostro socio Giorgio Giorgerini, che purtroppo è deceduto pochi mesi fa, è importante e doveroso informarsi costantemente da fonti diverse sulla situazione mondiale, studiare gli scenari che possono presentarsi e dedicare tempo e risorse per prepararsi in anticipo ad affrontare con professionalità e coraggio ogni crisi presente o futura. 

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raccolta di cadaveri in strada a Leningrado

Ricordiamo anche un altro 27 gennaio, quello di 77 anni fa. Nel 1944, dopo quasi 900 giorni di un assedio durissimo, a Leningrado i russi spezzavano l'accerchiamento e mettevano in fuga i nemici invasori. La popolazione civile della città
subì bombardamenti giornalieri, freddo (anche -30 gradi) e fame a livelli indicibili, con un bilancio finale di oltre un milione di morti. Ciò nonostante la popolazione diede tutte il suo appoggio ai soldati che la difendevano, senza mai cedere o chiedere armistizi.
Tra i soldati russi ci furono oltre un milione tra morti e dispersi, oltre 2 milioni di feriti o gravemente ammalati.

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3 commenti:

  1. Sono d’accordo su quanto avete scritto. Tuttavia non si può pretendere che il soldato sia innanzitutto un Uomo libero quando lo si è tradizionalmente abituato a obbedire senza discutere.
    Il vostro storico motto Obbedir tacendo e tacendo morir presuppone una lucida, matura presa di coscienza – da parte della singola persona – che in quel preciso momento la morte non potrebbe essere evitata, se non a prezzo di mancare al proprio dovere (che non significa obbedienza assoluta).
    Ma queste parole sono vuote di senso quando la coscienza non è stata educata a ragionare sul proprio dovere.
    Mi rivolgo a gente che sa bene il senso di ciò che scrivo. Perciò condivido il vostro giudizio sull’Otto Settembre.
    Ma un intero popolo – e le sue Forze Armate – erano stati educati (già prima del fascismo) al dogma che l’obbedienza del Soldato debba sempre essere cieca, pronta e assoluta. Allora sarebbero occorsi miracoli perché qualcuno potesse scegliere la resistenza a un “amico” del giorno prima, in momenti in cui accadono le cose che vidi io stesso l’Otto Settembre: un Re che scappa col suo stato maggiore; reggimenti chiusi in caserma senza ordini (mio triste ricordo); comandi lasciati senza assistenza, e per giunta con l’ordine di reagire ai Tedeschi.

    Riccardo Nassigh (vecchio amico di Giorgio Giorgerini)

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  2. In Italia NON abbiamo imparato dalla Storia

    Oggi, come nel 1943 :
    coprifuoco serale e notturno;
    a Polizia e Carabinieri si ordina di vietare gli assembramenti;
    i militari non si oppongono all’invasione di stranieri dalla Sicilia e dal Nord-Est;
    la pubblica amministrazione versa più denaro per ospitare stranieri clandestini che non per sostenere gli italiani alla fame;
    i mezzi di comunicazione fanno propaganda e dicono tutti le stesse cose;
    la libertà di espressione è IMBAVAGLIATA;
    manca un governo ;
    il parlamento non legifera;
    tutte le decisioni importanti vengono prese all’estero;
    manca il lavoro, l’economia è in crisi ma si danno tutte le colpe alla guerra (al virus);
    la gente comune è disorientata, capisce che la situazione peggiorerà ma non sa cosa fare;
    popolazione in costante calo per l’aumento delle morti ma soprattutto per il declino delle nascita;
    ecc. ecc.

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  3. Dal 1943 al 2021: Italia priva di sovranità, sempre più eterodiretta dagli angloamericani. Mentre imperversano le distrazioni virali, ecco qualche riscontro ufficiale: Draghi a Palazzo Chigi (ovviamente, come da copione preconfezionato all'estero, non votato dal "popolo sovano") e Prodi al Quirinale. L'Italia è un belpaese con scarsa memoria sociale ed eccessiva rassegnazione individuale; il risultato è identico: una scarsa attenzione generale senza precedenti nel mondo.
    G. L.

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