Oggi 27 gennaio si celebra la giornata della memoria.
Non imparare dalla storia ci condanna a ripetere gli errori.
Troppo facile limitarsi a demonizzare l'avversario e versare una lacrima sulle tombe delle vittime.
Il 7 ottobre 1943 paracadutisti tedeschi, reparti delle Ss e uomini della Gestapo circondarono caserme e stazioni dei carabinieri di Roma; nella rete caddero duemila carabinieri, che furono disarmati, degradati e messi su treni che li avrebbero portati nei lager in Germania.
per approfondire: i Carabinieri nella difesa di Roma
Di chi fu la colpa di una pagina indubbiamente ingloriosia nella storia dell'Arma ?
L'azione valorosa del capitano Orlando De Tommaso fu, purtroppo, solo un episodio isolato.
Tra il 1940 e il 1945 la grande maggioranza parte dei militari italiani, addestrati a obbedire ciecamente agli ordini, subirono passivamente gli eventi legati al conflitto mondiale, fino a una sconfitta della quale paghiamo ancora oggi le conseguenze.
Nel 1940 ben pochi militari, infatti, seppero protestare contro la decisione di entrare in guerra totalmente impreparati. Ancora meno seppero prepararsi a scenari alternativi a quelli prospettati dalla propaganda del regime, anche dopo aver dovuto assistere a una serie continua di sconfitte sul campo, dal giugno 1940 al confine con la Francia, alla Libia, alla Grecia, alle deludenti battaglie navali nel Mediterraneo, alla ritirata di Russa, al bombardamento incontrastato contro la popolazione civile delle maggiori città del centro/nord.
Una serie continua di sconfitte militari che peraltro non erano una novità per l'esercito italiano, come già denunciato nell'articolo: "dopo 100 anni rischiamo un'altra Caporetto".
Dopo il 25 luglio 1943, mentre le truppe tedesche pianificavano da subito l'invasione dell'Italia, la grande maggioranza degli uomini delle forze armate italiane rimanevano sconcertati e incapaci di affrontare adeguatamente una situazione difficile ma non imprevedibile.
In molte zone dell'Italia settentrionale la situazione di caos e di gravi illeciti fu subita dalla popolazione - ma anche da molti carabinieri - fino al 22 giugno 1946, quando il provvedimento di amnistia proposto dal ministro di grazia e giustizia (comunista) Palmiro Togliatti pose fine a una dolorosa e vergognosa guerra civile.
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Come ci ricordava spesso il nostro socio Giorgio Giorgerini, che purtroppo è deceduto pochi mesi fa, è importante e doveroso informarsi costantemente da fonti diverse sulla situazione mondiale, studiare gli scenari che possono presentarsi e dedicare tempo e risorse per prepararsi in anticipo ad affrontare con professionalità e coraggio ogni crisi presente o futura.
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raccolta di cadaveri in strada a Leningrado |
Ricordiamo anche un altro 27 gennaio, quello di 77 anni fa. Nel 1944, dopo quasi 900 giorni di un assedio durissimo, a Leningrado i russi spezzavano l'accerchiamento e mettevano in fuga i nemici invasori. La popolazione civile della città subì bombardamenti giornalieri, freddo (anche -30 gradi) e fame a livelli indicibili, con un bilancio finale di oltre un milione di morti. Ciò nonostante la popolazione diede tutte il suo appoggio ai soldati che la difendevano, senza mai cedere o chiedere armistizi.
Tra i soldati russi ci furono oltre un milione tra morti e dispersi, oltre 2 milioni di feriti o gravemente ammalati.
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