Ricordiamo uno dei numerosi interventi di successo del G.I.S. (gruppo di intervento speciale) dei Carabinieri.
Il 16 Gennaio 1995, per sei ore e mezzo il 17enne Raffaele Alessi è rimasto sequestrato in nel suo appartamento di Segrate da due criminali albanesi.
Il dramma era iniziato quando alle ore 07:45, Tonin Ndoja, accompagnato da una
connazionale, si era introdotto nell’abitazione di Lucio Clarelli, situata al
primo piano di una palazzina di Segrate. La coppia di albanesi sarebbe arrivata
quella mattina alla casa chiedendo di Lucio alla convivente Caterina Capozza,
la quale ha detto loro che l’uomo non era in casa in quel momento, facendoli
comunque entrare nell’appartamento. La Capozza è poi riuscita a rinchiudere
l’uomo in uno sgabuzzino ed è fuggita dopo aver spintonato la ragazza. Ndoja
si è liberato sparando due colpi di pistola alla serratura della porta.
Le detonazioni hanno insospettito i vicini, i quali hanno immediatamente
allertato i Carabinieri. Giovanni Clarelli, chiusosi in una stanza, segnala la
sua presenza ai carabinieri accorsi nel frattempo, e si lancia dalla finestra
su di un telo dei pompieri.
Ndoja intavola le trattative con la
Polizia per la consegna della somma. Sul luogo giunge una funzionaria di
Polizia che, dopo essere entrata nell’ abitazione, ottiene la liberazione della
madre della Capozza, la signora Musillo. Nelle mani dei balordi resta ora solo
Raffaele. Alle 14:55 vengono consegnati a Ndoja 80 dei 160 milioni di lire richiesti.
Il criminale, che intende ottenere la somma in tempo per prendere l’aereo
delle 17 per Tirana, lancia un’ultimatum: se entro quattro minuti non
otterrà il resto della somma, ucciderà Raffaele. Si decide quindi per l’intervento immediato del G.I.S., giunto nel frattempo da Livorno.
Alle ore 15, tredici operatori del G.I.S. divisi in due squadre irrompono all’interno dell’appartamento da due punti diversi. Otto militari si appostano al di fuori dell’ingresso principale, posizionandovi un cannone ad acqua con il quale scardineranno la porta dell’appartamento. Altri cinque collocano una scaletta ai piedi di una finestra della casa. Al segnale di “via” vengono fatte saltare, a scopo diversivo, due finestre ubicate lontano dai due punti d’ entrata. I militi in attesa sulla strada entrano attraverso la finestra dopo aver lanciato all’ interno della stanza una flashbang. Ndoja, ancora armato nel corridoio e distratto da un telefonata da parte del sostituto procuratore, viene ferito allo stomaco da due colpi di pistola mitragliatrice H&K MP5. La ragazza viene colpita dalla porta scardinata e neutralizzata con un pugno in viso.
L’assalto non dura più di quattro secondi e l’ostaggio viene tratto in salvo incolume.
Alle ore 15, tredici operatori del G.I.S. divisi in due squadre irrompono all’interno dell’appartamento da due punti diversi. Otto militari si appostano al di fuori dell’ingresso principale, posizionandovi un cannone ad acqua con il quale scardineranno la porta dell’appartamento. Altri cinque collocano una scaletta ai piedi di una finestra della casa. Al segnale di “via” vengono fatte saltare, a scopo diversivo, due finestre ubicate lontano dai due punti d’ entrata. I militi in attesa sulla strada entrano attraverso la finestra dopo aver lanciato all’ interno della stanza una flashbang. Ndoja, ancora armato nel corridoio e distratto da un telefonata da parte del sostituto procuratore, viene ferito allo stomaco da due colpi di pistola mitragliatrice H&K MP5. La ragazza viene colpita dalla porta scardinata e neutralizzata con un pugno in viso.
L’assalto non dura più di quattro secondi e l’ostaggio viene tratto in salvo incolume.
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