ANC Segrate

Associazione Nazionale Carabinieri
sezione di Segrate (MI)
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giovedì 30 luglio 2015

un arrivederci a Stefanizzi


Il generale di brigata Maurizio Stefanizzi, dopo meno di due anni con noi, lascia il ruolo di Comandante Provinciale dei Carabinieri di Milano per il comando generale di Roma. Dirigerà il reparto che si occupa di comunicazione interna ed esterna dell'Arma. 
  
"E' stata un'esperienza fantastica e impegnativa - ha dichiarato Stefanizzi nel commiato con i giornalisti - della quale mi piace ricordare tutti i risultati ottenuti, incluso il record di omicidi risolti, che continua a protrarsi. Ovviamente non posso dire che si siano risolti tutti i problemi della provincia, ma i risultati sono stati molto significativi. Mi piacerebbe essere ricordato come un professionista che ha dato tutto. Milano è una città straordinaria, ed essendoci già stato due volte in ruoli diversi auguro a me stesso che magari si possa verificare il detto popolare non c'è due senza tre". 


col. La Gala

Al suo posto, lunedì 3 agosto arriverà il colonnello Canio Giuseppe La Gala, 48 anni, proveniente dal Comando Generale di Roma dove comandava l'Ufficio Ordinamento. Dal 2010 al 2013 era Comandante di Gruppo, sempre a Roma.




venerdì 24 luglio 2015

Carabinieri fuori dalle città

ministro Madia

La riforma Madia: all’Arma il presidio della sicurezza fuori dalle città, mentre gli agenti resterebbero nelle aree urbane. 

I Carabinieri rischiano di perdere peso. Nel riordino di tutte le Forza di Polizia previsto dalla riforma della Pubblica amministrazione prevarrà il principio della cooperazione sul territorio e dell’esclusività. Saranno eliminate le duplicazioni delle funzioni e le sovrapposizioni. I criteri stabiliti nella semplificazione sono due: per materia e per territorio.
I carabinieri manterranno tutti i corpi speciali come il Noe (Nucleo operativo ecologico), che assorbirà parte del personale del Corpo forestale, e i Nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità). Sul territorio avranno competenza fuori dalle città, nelle aree extraurbane. Verrà inoltre ridotta la capillarità (pattugliamenti, compagnie, presenze).

Tagli anche alla Polizia
La Polizia manterrà le proprie specialità: Stradale, Ferroviaria, Postale, Immigrazione /Frontiera. La competenza sarà nel territorio urbano. Il corpo perderà 42 squadre nautiche, con la competenza sul mare ad esclusiva pertinenza della Guardia di Finanza. La razionalizzazione di sedi e strutture dovrebbe portare a circa 40 milioni di euro di risparmi, cui si dovrebbero sommare altri 26 dalla spesa unica dei servizi a carico di ogni struttura, dalla mensa alle lavanderie. 



articolo completo su: La Stampa.it 


Gia oggi in Piazza Duomo è difficile incontrare Carabinieri in uniforme.
Sotto: un'immagine di altri tempi ...





venerdì 3 luglio 2015

una famiglia tranquilla

Maria Giulia Sergio diventa "Fatima Az-Zahra"
Quante "famiglie tranquille" molto simili a questa abbiamo a Segrate, nella zona di Via Padova o nella vicinissima Pioltello?
Cosa possiamo fare per contrastare l'indottrinamento radicale messo in atto dai propagandisti?

Il compito della prevenzione spetta solo alle Istituzioni oppure anche alle associazioni di volontariato e a tutti i cittadini con senso di responsabilità?

Alcune risposte ci vengono fornite dal convegno di Torino: "Sono in corso gli studi per alcuni modelli di rapporto tra confessione islamica e Stato italiano, ma la strada sembra essere ancora molto lunga e irta di notevoli difficoltà ... occorre arrivare a una “intesa” tra Stato italiano e comunità musulmane, senza la quale lo sviluppo della nostra società, ormai multietnica e multiconfessionale potrebbe presentare seri squilibri e ritardi, e l’applicazione della normativa esistente sarebbe difficile e fonte di notevoli problemi per lo stesso ordine e la sicurezza della società civile."    ( fonte: www.carabinieri.it )

Per approfondire:  "La propaganda del Califfato"  ( fonte: www.carabinieri.it )

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dal quotidiano " il Giorno " di stamattina:

La metamorfosi di «una famiglia tranquilla»: dai margini del paese al sogno Califfato

di Agnese Pini 

Inzago, 3 luglio 2015 - La terrorista che gode a vedere teste mozzate era una tipa romantica e forse un po’ fragile. Era successo che, quando ancora fresca di liceo si chiamava Maria Giulia Sergio e portava i capelli castani sulle spalle e le magliette scollate ma non troppo, si fosse innamorata di un ragazzotto del paese che tanto ben visto non era da nessuno. Un tipo che, anche dopo esserselo sposato, continuava a bere e ad alzare la voce e le mani. Pare che tutto cominci da questa storia sbagliata, che da qui sia necessario partire per comprendere le ragioni della conversione ad Allah del nuovo pericolo pubblico numero uno del terrorismo internazionale, e insieme a lei la conversione dell’intera sua famiglia – padre, madre e una sorellaarrestata all’alba di mercoledì nell’appartamento di Inzago coi gerani sul balcone e le tendine azzurre alle finestre. 

Pare che tutto sia nato da quando Fatima al secolo Maria Giulia si era reinventata cassiera alla pizzeria davanti a casa per dare una mano in famiglia. Un locale allora gestito da un titolare egiziano, parliamo del 2006.
La terrorista poco più che adolescente era anche una che aiutava in casa, una sgobbona.
E in casa qualche problema di soldi c’era eccome, insieme a tanti sogni andati a schiantarsi contro il muro della crisi: il mutuo dell’appartamento a Bettola che non si riesce più a pagare, lo sfratto e quindi l’arrivo a Inzago nelle palazzine popolari di via Fratelli Cervi, proprio una decina di anni fa.
(...)

Maria Giulia, che sarà stata sì romantica ma era pure testarda, prende la religione molto seriamente. Ed è quindi nella nuova religione che trova risposte e aiuto contro le botte. "Tuo marito non è un buon musulmano. I buoni musulmani non si ubriacano. Lascialo". Lei lo lascia. È in quel momento che il rapporto con l’Islam si salda con la solennità di un sigillo. In assenza di alternative, mentre tante altre cose della vita sua e dei suoi familiari non prendono la rotta sperata, l’Islam diventa anche il supposto volano di un riscatto sociale. Contro le umiliazioni di una vita che non era andata bene come avevano sperato quando – Maria Giulia e sua sorella ancora bambine – tutta la famiglia aveva lasciato Torre del Greco alla volta del Nord. La batosta? Nel momento in cui il papà perde anche il nuovo lavoro in ditta: cassa integrazione, poi mobilità. I colleghi ricordano il signor Sergio Sergio "taciturno e schivo", stessa cosa i compaesani.

Del resto, come tutti son pronti a giurare con lo stupore che si conviene in circostanze del genere, i Sergio erano gente tranquilla, anzi, più che tranquilla. Quel genere di tranquillità che si trova per sua natura sempre un po’ ai margini e per poco non sconfina nel ridicolo, tra chi ora fa spallucce e si fa scappare un "poveracci". Così è proprio difficile immaginarseli ora a brandire un kalashnikov, lo sguardo feroce al grido di Allah Akbar. È difficile malgrado la barba folta e ormai grigia del padre, i veli severi della madre e della sorella, le urla digitali vaneggianti odio sangue e vendetta della combattente Fatima che sui Social e su Skype era sempre pronta alla morte. Oppure è proprio per questo che si possono immaginare. Per questo loro essere invisibili, "poveracci".



Indaga in tutta Italia anche il ROS dei Carabinieri 
  




 Per approfondire: articolo sulla rivista Gnosis