ANC Segrate

Associazione Nazionale Carabinieri
sezione di Segrate (MI)
email: anc.segrate@gmail.com

mercoledì 29 giugno 2016

armi bianche in stazione Trenord



29 giugno. Durante un normale turno di sorveglianza presso la stazione Trenord di Segrate, stasera i nostri volontari hanno individuato un machete con lama di oltre 50 cm.

Non si tratta del primo caso di arma rinvenuta nella zona della stazione ferroviaria:




La stazione ferroviaria di Segrate si trova purtroppo in una zona ancora isolata. Il piazzale del parcheggio inferiore è ancora in attesa di sistemazione e si verificano frequenti furti di biciclette e danneggiamenti alle auto in sosta.
Migliore la situazione del recente parcheggio superiore, video-sorvegliato da telecamere collegate con il comando della Polizia Locale.


Dall'ottobre del 2010 i volontari di ANC Segrate hanno svolto migliaia di ore di servizi di sorveglianza della zona della stazione e di assistenza ai viaggiatori, soprattutto pendolari.

Si tratta di un servizio molto necessario e apprezzato soprattutto dalle donne che devono viaggiare in treno anche nelle ore serali.
In diversi casi l'intervento degli operatori di ANC Segrate ha scongiurato il degenerare di episodi di violenza, più difficile invece quantificare gli indubbi benefici dell'opera di prevenzione dovuta alla presenza costante di uomini in divisa e - soprattutto - non indifferenti.

vedi anche: "a protezione dei pendolari"

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A proposito di machete nelle stazioni del Passante Ferroviario, ricordiamo l'aggressione subita l' 11 giugno 2015 da un controllore di Trenord presso la stazione di Milano-Villapizzone:

Carlo di Napoli e il suo sangue a terra

(fonte: Il Giorno)

E' ancora vivo nella mente di Riccardo Magagnin il ricordo di quella drammatica aggressione sul treno. "Mentre cercavo di difendermi ho sentito gridare il mio collega e con la coda dell’occhio l’ho visto scendere dal treno con il braccio nettamente tagliato".
E' il racconto straziante messo a verbale dal ferroviere che, l’11 giugno scorso a Milano, era sul passante ferroviario quando il collega Carlo Di Napoli è stato gravemente ferito ad un braccio, quasi amputato, all’altezza della stazione di Villapizzone. Anche lui è stato aggredito dal gruppo di sudamericani armati di machete, e ha riportato un trauma cranico. Magagnin, ascoltato dagli agenti della Squadra mobile il giorno successivo all’episodio, ha ripercorso le fasi concitate dell’aggressione.


I due ferrovieri, come emerge dal verbale riportato tra gli atti del procedimento a carico dei quattro sudamericani arrestati, avevano chiesto i biglietti al gruppo sul treno, all’altezza della stazione di Milano Certosa.
"Un solo componente del gruppo, che era seduto, ha mostrato la tessera dell’Atm - ha riferito il ferroviere - mentre gli altri hanno riferito che sarebbero scesi alla fermata successiva, ovvero Villapizzone. Giunti alla fermata di Villapizzone, una volta aperte le porte, mentre tutto il gruppo scendeva, uno di loro si è voltato improvvisamente e ha tirato un calcio al mio collega poi, immediatamente dopo, anche un altro ragazzo ha cercato 
di avvicinarsi al mio collega per colpirlo e io mi sono portato vicino a lui per dargli aiuto".


A quel punto, secondo quanto ha riferito la vittima, "un ragazzo è corso in direzione del treno impugnando un oggetto metallico della lunghezza verosimile di mezzo metro e una volta risalito sul treno ha ‘puntatò" Carlo Di Napoli inseguendolo all’interno della carrozza, «mentre lui tentava di fuggire". Poi Magagnin, 31 anni, ha visto scendere dal treno "con il braccio nettamente tagliato" il collega colpito con il machete. "Successivamente ricordo solamente di essermi buttato a terra e poi ho tentato di proteggermi il viso mettendomi in posizione fetale per attutire i colpi - ha proseguito - e quando mi sono rialzato il gruppo era già andato via". Il ferroviere ha visto quindi, accanto a lui, Carlo Di Napoli, gravemente ferito e con il braccio quasi amputato che perdeva molto sangue.







calzolaio a Segrate

giovedì 23 giugno 2016

arrestato un assassino del maresciallo



Giovedì 23 giugno 2016 - Arrestato oggi un presunto assassino del maresciallo capo Silvio Mirarchi.
Si tratta di Nicolò Girgenti, un bracciante marsalese di 45 anni.
Mirarchi venne colpito alle spalle nelle campagne di Marsala il 31 maggio scorso nel corso di ricerche per scoprire piantagioni di marijuana.
Secondo gli inquirenti Girgenti non sarebbe stato solo: si cerca un complice.

Gli investigatori del comando provinciale dei Carabinieri di Trapani, dopo avere messo sotto torchio il proprietario di un podere con seimila piante di canapa, Francesco D’Arrigo di 54 anni, arrestato due giorni dopo l’omicidio, hanno ristretto il cerchio dei sospettati, arrivando al presunto omicida.
Hanno collaborato alle indagini e alle ricerche i militari del Ros e agli specialisti dello squadrone eliportato cacciatori di Calabria.

A incastrare Girgenti è stata la prova dello stub e in particolare la presenza di residui di nichel, la stessa sostanza rinvenuta in uno dei bossoli che ha colpito a morte il sottufficiale. Secondo gli inquirenti, il presunto omicida era un socio "infedele" di Francesco D’Arrigo, il pregiudicato arrestato perché ritenuto responsabile della coltivazione dello stupefacente.
I carabinieri ritengono che Girgenti, la sera del delitto, si trovasse all’interno del campo coltivato a canapa, per asportare alcune piante e che avrebbe fatto fuoco all’indirizzo del militare, uccidendolo, non appena il maresciallo Mirarchi, che con un altro commilitone aveva notato delle luci e percepito voci in dialetto siciliano, ha intimato l’alt, qualificandosi. Gli esami del Ris di Messina hanno inoltre appurato che un mozzicone di sigaretta, trovato, tra le piante di canapa, sarebbe stato gettato da Girgenti.Si cerca un complice

Le indagini non sono concluse. Gli inquirenti, infatti ritengono che Girgenti abbia agito almeno assieme a un complice, al momento non identificato. Grazie agli esami tecnici eseguiti sul telefonino dell’indagato, gli inquirenti hanno appurato che l’alibi fornito da Girgenti non sta in piedi: "Ero a letto che dormivo", disse ai carabinieri, ma il suo telefonino, a quell’ora, effettuava delle chiamate agganciando celle di un ponte ritenuto compatibile con il luogo dove si è consumato il delitto.
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domenica 19 giugno 2016

immagini dal raduno di Milano



presidente e benemerita

bimbi e benemerite

soci operativi

clicca per ingrandire


accanto al Duomo







Sopra: filmato da TGCom24; la sezione di Segrate sfila al minuto 2:24 (ripresi però di spalle)









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Stamattina a Milano abbiamo sfilato con oltre 80mila carabinieri, in servizio e in congedo, percorrendo le principali vie del centro. Hanno partecipato i soci provenienti dalle 1690 sezioni dell'Anc sparse in Italia e dalle 31 sezioni estere, dal Canada all'Argentina, dall'Australia al Sud Africa.

Nel palco d'onore sul lato Nord del sagrato del Duomo erano presenti il Capo di Stato Maggiore della Difesa generale Claudio Graziano, il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette, il presidente dell'Anc, generale di corpo d'armata in congedo Libero Lo Sardo,
il ministro della Difesa e il prefetto di Milano Alessandro Marangoni.

Ha aperto la sfilata la Banda dell'Arma dei Carabinieri, seguita da una compagnia di carabinieri in Grande uniforme storica e da una compagnia rappresentativa dei reparti territoriali. A seguire i vertici dell'istituzione in servizio e in congedo con i decorati di medaglia d'oro al Valor Militare, i componenti degli organismi di rappresentanza militare, nonché una compagnia di allievi della scuola militare Teulié e una compagnia del Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa. Hanno poi sfilato un secondo blocco aperto dalla Fanfara del 3° Reggimento "Lombardia", seguita da un plotone dell'Anc in tenuta da Protezione Civile, dai ragazzi dell'Opera nazionale di assistenza agli orfani dei militari dell'Arma dei carabinieri, dalle sezioni estere e dai gruppi omogenei di ex corazzieri, carabinieri di montagna, subacquei, elicotteristi e carabinieri ausiliari, e infine da rappresentanze delle Associazioni d'Arma di Milano, una compagnia in uniformi storiche dell'Arma e dagli ispettorati regionali dell'Anc e del quarto rappresentativo dell'organizzazione di volontariato dell'Associazione con cinofili e mezzi.
 

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Uniformi d'epoca:












e infine: pranzo presso la cascina Le Vele a Rugacesio:





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Diversi brani del concerto di sabato sera in Piazza Duomo:



(c) Demetrio Russo - ANC Segrate

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sabato 11 giugno 2016

23esimo raduno nazionale a Milano




23esimo Raduno Nazionale

Milano, 17 - 18 - 19 giugno 2016


Il XXIII Raduno dell'Associazione Nazionale Carabinieri, reso più importante dalla coincidenza con il 130° anniversario di fondazione della stessa, si svolgerà a Milano nei giorni 17, 18 e 19 giugno 2016. 


Il nostro comandante generale Tullio Del Sette ha ricordato come "130 anni fa, proprio a Milano, venne costituita l'Associazione di Mutuo Soccorso tra congedati e pensionati dei Carabinieri Reali, primo sodalizio a carattere volontario tra militari non più in servizio che nel 1956 si è evoluto nell'Associazione Nazionale Carabinieri". Il generale ha quindi ribadito che "quello del Carabiniere non è un mestiere, ma un modo di essere: Carabinieri lo si è per tutta la vita, oltre i limiti di età; l'ANC lo testimonia nel modo più netto e forte; la vocazione al bene comune e la generosa offerta di sé stesso al servizio dello Stato e dei cittadini che accompagna il Carabiniere durante la sua missione non si esaurisce con il termine della sua parabola professionale, ma si rinnova nelle attività sociali, prime tra tutte quelle di volontariato e di protezione civile, nelle quali si prodigano i 200mila soci di ANC nelle 1689 sezioni in tutta Italia e nelle 31 sezioni all'estero."


(c) Demetrio Russo

Il generale Libero Lo Sardo,  presidente di ANC, alla presentazione dei festeggiamenti dei 130 dell'Associazione ha sottolineato che con il passare degli anni bisogna avere il coraggio di andare avanti anche con le idee: "fare il carabiniere significa essere sempre in servizio. Non ci si può permettere di essere legati al passato e pensare magari che certe forme di associazionismo equivalgono a una pensione in compagnia per fare qualche partita a scopa e passare così il tempo".



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IL PROGRAMMA:

SABATO 11 GIUGNO 2016

  • ore 12.00 - Palazzo Reale: Inaugurazione Mostra cimeli dell'Arma e dell'ANC;
  • ore 13.00 - Via Dante: Mostra fotografica dell'Arma dei Carabinieri e dell'Associazione Nazionale Carabinieri, 1866-2016



VENERDI' 17 GIUGNO 2016

  • ore 18.00: Incontro Presidente Nazionale con i Soci delle Sezioni estere;
  • ore 21.00 - Arena di Milano: Lancio Paracadutisti del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti "Tuscania". A seguire: Carosello Storico del 4° Reggimento Carabinieri a cavallo



SABATO 18 GIUGNO 2016

  • ore 10.00 - Piazza del Duomo - Palazzo Reale: Cerimonia Alzabandiera;
  • ore 10.30 - Piazza Diaz: Deposizione corona Monumento al Carabiniere;
  • ore 11.00 - Duomo di Milano: Santa Messa, Officiata dall'Ordinario Militare;
  • ore 12.30 - Giardini Montanelli Corso Venezia - Via Palestro: Presentazione del campo e dei mezzi della Protezione civile ANC;
  • ore 21.00 - Piazza del Duomo: Concerto della Banda dell'Arma dei Carabinieri.

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(c) Demetrio Russo



DOMENICA 19 GIUGNO 2016

  • ore 8.00: ammassamento dei radunisti in Corso Venezia angolo Via Palestro;
  • ore 09.00 - Corso Venezia - Piazza S. Babila: Rassegna dei reparti schierati da parte del Comandante Generale e del Presidente Nazionale;
  • A seguire, sfilata lungo Corso Vittorio Emanuele, con resa degli onori alle Autorità in Piazza del Duomo;
  • Deflusso in Piazza Castello.

Piazza Duomo

Dopo la sfilata, i soci di ANC Segrate e ANC Pioltello si ritroveranno assieme per proseguire i festeggiamenti proprio sul confine tra le due città, presso la cascina "Le Vele" di Rugacesio  ( www.levele.org )





venerdì 10 giugno 2016

contro paura e indifferenza (art 593)

Kabobo

contro paura e indifferenza nell'Italia della paura, dell'indifferenza e della violenza  

Roma, 7 giugno 2016 - di Raffaele Vacca (generale di brigata CC)

Nella tragedia quotidiana di omicidi "...per vedere l'effetto che  fa..";  sui  femminicidi  quotidiani,  tra  i  quali  uno  degli  ultimi  addirittura  con  testimoni,
alludendo  a  quello  della  ragazza  strangolata  e  incendiata  a  Roma  alla  Magliana,  ci  si  ricorda ancora  delle  prodezze  di  Kabobo?  Chi  era,  dirà  qualcuno?  Per  comodità  abbiamo  la  memoria corta... Ecco. Adam "Mada" Kabobo, il ghanese che l’11 maggio 2013 uccise tre passanti a Milano a  colpi di piccone, poi condannato a vent’anni di carcere. Quel sabato, lo straniero, irregolare in Italia,  con precedenti per  resistenza,  rapina,  furto  e  stupefacenti, foto-segnalato nel 2011 in Puglia e intimato  all’espulsione,  si  aggirava per Milano di  prima  mattina,  in  zona  periferica, armato di una spranga, in stato di evidente alterazione psico-fisica. Si scagliò contro un 24enne che  tornava dal  lavoro  in  un  supermercato. Dopo una ventina di minuti  incrociò  un  operaio  50  enne,  e  lo  colpì  alla testa; anche questo, non grave, andò in ospedale. Nessun allarme alla Polizia! Quindi, raccolto un piccone in un cantiere, intorno alle sette, incontrò un pensionato 64enne. Lo colpì alla testa e all’addome in via Adriatico. Le ferite furono mortali. In piazza Belloveso, il ghanese vide un 40enne seduto davanti al bar, e lo colpì più volte alla testa, uccidendolo. Infine l’aggressione a un 21enne, colpito alle spalle mentre scaricava  giornali;  fu  ricoverato in fin di vita al Niguarda, ma purtroppo il giovane morì per le ferite alla testa.  


Dopo  questa  tristissima  premessa,  diciamo  subito che il cittadino che vede e nulla fa deve, con buona pace dei Magistrati, incorrere nell' omissione di soccorso di cui all’art. 593 del Codice Penale.  


Proprio quell'articolo che punisce come reato il mancato soccorso  alle vittime di un incidente stradale o a un minore abbandonato. Si tratta di un reato contro la persona, e più concretamente, contro la vita e l’incolumità individuale; quindi, un reato omissivo, con il quale dev'essere sanzionato il mancato intervento. 
Esistono anche delle aggravanti.  La pena aumenta se dalla condotta omissiva derivano delle lesioni personali mentre raddoppia per la morte della persona in pericolo. 

Cosa  fare?
Certamente non si richiede alla gente di fare gli eroi !
Il più immediato comportamento, se non  vi  è rischio per la propria incolumità, è quello  di fermarsi e intervenire in prima persona per fornire aiuto.  In caso contrario, è  necessario (sarebbe  meglio  dire  obbligatorio!)  chiamare telefonicamente  (chi  non  ha  un  cellulare  con chiamata gratuita al "112"?)
i soccorsi restando sul posto per fornire alle Forze dell’Ordine ogni informazione.  Troppo?  Mettiamoci  la  mano  sulla  coscienza!  


Per intanto ripetiamo quello che da sempre sosteniamo, lo Stato aumenti in modo  massivo la presenza delle Forze dell' Ordine sul territorio, sia urbano, periferico e  rurale, integrandole con elementi delle tre Forze Armate.
Non si vuol capire che il cittadino per bene va tutelato fortemente, il quale, alla chiamata di aiuto deve avere subito risposta.
A chi vota e paga le tasse le "Leggi svuota carceri" che danno carceri vuote e strade insicure non piacciono !


Lo si vuole capire o no?


 Raffaele Vacca - gen. di brigata CC in congedo



gen. Raffaele Vacca


Vedi anche: una città dove lo stato non esiste

Vedi anche: siamo contro l'indifferenza


mercoledì 1 giugno 2016

colpito alle spalle



1 giugno 2016. Una perlustrazione finita in tragedia. Il maresciallo capo dei carabinieri Silvio Mirarchi, originario di Catanzaro,  in servizio presso la stazione dei carabinieri di contrada Ciavolo, nella periferia Est di Marsala, è morto questo pomeriggio all'ospedale Civico di Palermo. Troppo gravi le ferite riportate, soprattutto a livello renale. Il cinquantatreenne, padre di due figli, ha avuto un arresto cardiaco dopo che era stato sottoposto a un intervento chirurgico, durato otto ore.
 


Impegnati in controlli antidroga e su furti di prodotti  ortofrutticoli, ieri sera attorno alle 23 il maresciallo e un appuntato si sarebbero  mossi in una zona dove vi sono serre e piantagioni di canapa  indiana. Una di queste, di proprietà di Francesco D'Arrigo, con circa seimila piantine in coltivazione, sarebbe stata vigilata da un paio di  persone, che avendo notato i due hanno esploso contro di loro diversi colpi di arma da fuoco.
Secondo una prima ricostruzione i due carabinieri in borghese potrebbero essere stati scambiati per qualcuno che voleva rubare piante di marijuana.

Dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani, guidato dal colonnello Stefano Russo, spiegano che il punto di partenza delle indagini sono gli ultimi fatti verificatisi nel territorio, a cominciare dall’affare della droga e dalla vasta piantagione scoperta dai militari.
La zona da tempo era monitorata dagli uomini dell’Arma. Nella stessa area nei giorni scorsi il 25 maggio era stato trovato il cadavere carbonizzato di un romeno, non escludendo l’ipotesi di un omicidio. E a distanza di pochi giorni si era registrato un ferimento, proprio nei pressi di una piantagione di marijuana, mentre tentava di rubare alcune piante: un episodio che consentì a militari di scoprire il vasto appezzamento dove veniva coltivata la droga, migliaia di piante di marijuana.

Su questi episodi gli investigatori non hanno fatto trapelare notizie perché stavano effettuando un incessante attività investigativa. 


la scena del crimine

Il nostro cordoglio alla famiglia: la moglie Antonella, la figlia Debora e il figlio Valerio, come pure ai colleghi di Marsala che lo ricordano come "un uomo solido".