29 giugno. Durante un normale turno di sorveglianza presso la stazione Trenord di Segrate, stasera i nostri volontari hanno individuato un machete con lama di oltre 50 cm.
Non si tratta del primo caso di arma rinvenuta nella zona della stazione ferroviaria:
La stazione ferroviaria di Segrate si trova purtroppo in una zona ancora isolata. Il piazzale del parcheggio inferiore è ancora in attesa di sistemazione e si verificano frequenti furti di biciclette e danneggiamenti alle auto in sosta.
Migliore la situazione del recente parcheggio superiore, video-sorvegliato da telecamere collegate con il comando della Polizia Locale.
Dall'ottobre del 2010 i volontari di ANC Segrate hanno svolto migliaia di ore di servizi di sorveglianza della zona della stazione e di assistenza ai viaggiatori, soprattutto pendolari.
Si tratta di un servizio molto necessario e apprezzato soprattutto dalle donne che devono viaggiare in treno anche nelle ore serali.
In diversi casi l'intervento degli operatori di ANC Segrate ha scongiurato il degenerare di episodi di violenza, più difficile invece quantificare gli indubbi benefici dell'opera di prevenzione dovuta alla presenza costante di uomini in divisa e - soprattutto - non indifferenti.
vedi anche: "a protezione dei pendolari"
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A proposito di machete nelle stazioni del Passante Ferroviario, ricordiamo l'aggressione subita l' 11 giugno 2015 da un controllore di Trenord presso la stazione di Milano-Villapizzone:
Carlo di Napoli e il suo sangue a terra |
(fonte: Il Giorno)
E' ancora vivo nella mente di Riccardo Magagnin il ricordo di quella drammatica aggressione sul treno. "Mentre cercavo di difendermi ho sentito gridare il mio collega e con la coda dell’occhio l’ho visto scendere dal treno con il braccio nettamente tagliato".
E' il racconto straziante messo a verbale dal ferroviere che, l’11 giugno scorso a Milano, era sul passante ferroviario quando il collega Carlo Di Napoli è stato gravemente ferito ad un braccio, quasi amputato, all’altezza della stazione di Villapizzone. Anche lui è stato aggredito dal gruppo di sudamericani armati di machete, e ha riportato un trauma cranico. Magagnin, ascoltato dagli agenti della Squadra mobile il giorno successivo all’episodio, ha ripercorso le fasi concitate dell’aggressione.
I due ferrovieri, come emerge dal verbale riportato tra gli atti del procedimento a carico dei quattro sudamericani arrestati, avevano chiesto i biglietti al gruppo sul treno, all’altezza della stazione di Milano Certosa.
"Un solo componente del gruppo, che era seduto, ha mostrato la tessera dell’Atm - ha riferito il ferroviere - mentre gli altri hanno riferito che sarebbero scesi alla fermata successiva, ovvero Villapizzone. Giunti alla fermata di Villapizzone, una volta aperte le porte, mentre tutto il gruppo scendeva, uno di loro si è voltato improvvisamente e ha tirato un calcio al mio collega poi, immediatamente dopo, anche un altro ragazzo ha cercato di avvicinarsi al mio collega per colpirlo e io mi sono portato vicino a lui per dargli aiuto".
A quel punto, secondo quanto ha riferito la vittima, "un ragazzo è corso in direzione del treno impugnando un oggetto metallico della lunghezza verosimile di mezzo metro e una volta risalito sul treno ha ‘puntatò" Carlo Di Napoli inseguendolo all’interno della carrozza, «mentre lui tentava di fuggire". Poi Magagnin, 31 anni, ha visto scendere dal treno "con il braccio nettamente tagliato" il collega colpito con il machete. "Successivamente ricordo solamente di essermi buttato a terra e poi ho tentato di proteggermi il viso mettendomi in posizione fetale per attutire i colpi - ha proseguito - e quando mi sono rialzato il gruppo era già andato via". Il ferroviere ha visto quindi, accanto a lui, Carlo Di Napoli, gravemente ferito e con il braccio quasi amputato che perdeva molto sangue.
calzolaio a Segrate
E' ancora vivo nella mente di Riccardo Magagnin il ricordo di quella drammatica aggressione sul treno. "Mentre cercavo di difendermi ho sentito gridare il mio collega e con la coda dell’occhio l’ho visto scendere dal treno con il braccio nettamente tagliato".
E' il racconto straziante messo a verbale dal ferroviere che, l’11 giugno scorso a Milano, era sul passante ferroviario quando il collega Carlo Di Napoli è stato gravemente ferito ad un braccio, quasi amputato, all’altezza della stazione di Villapizzone. Anche lui è stato aggredito dal gruppo di sudamericani armati di machete, e ha riportato un trauma cranico. Magagnin, ascoltato dagli agenti della Squadra mobile il giorno successivo all’episodio, ha ripercorso le fasi concitate dell’aggressione.
I due ferrovieri, come emerge dal verbale riportato tra gli atti del procedimento a carico dei quattro sudamericani arrestati, avevano chiesto i biglietti al gruppo sul treno, all’altezza della stazione di Milano Certosa.
"Un solo componente del gruppo, che era seduto, ha mostrato la tessera dell’Atm - ha riferito il ferroviere - mentre gli altri hanno riferito che sarebbero scesi alla fermata successiva, ovvero Villapizzone. Giunti alla fermata di Villapizzone, una volta aperte le porte, mentre tutto il gruppo scendeva, uno di loro si è voltato improvvisamente e ha tirato un calcio al mio collega poi, immediatamente dopo, anche un altro ragazzo ha cercato di avvicinarsi al mio collega per colpirlo e io mi sono portato vicino a lui per dargli aiuto".
A quel punto, secondo quanto ha riferito la vittima, "un ragazzo è corso in direzione del treno impugnando un oggetto metallico della lunghezza verosimile di mezzo metro e una volta risalito sul treno ha ‘puntatò" Carlo Di Napoli inseguendolo all’interno della carrozza, «mentre lui tentava di fuggire". Poi Magagnin, 31 anni, ha visto scendere dal treno "con il braccio nettamente tagliato" il collega colpito con il machete. "Successivamente ricordo solamente di essermi buttato a terra e poi ho tentato di proteggermi il viso mettendomi in posizione fetale per attutire i colpi - ha proseguito - e quando mi sono rialzato il gruppo era già andato via". Il ferroviere ha visto quindi, accanto a lui, Carlo Di Napoli, gravemente ferito e con il braccio quasi amputato che perdeva molto sangue.
calzolaio a Segrate