ANC Segrate

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venerdì 10 giugno 2016

contro paura e indifferenza (art 593)

Kabobo

contro paura e indifferenza nell'Italia della paura, dell'indifferenza e della violenza  

Roma, 7 giugno 2016 - di Raffaele Vacca (generale di brigata CC)

Nella tragedia quotidiana di omicidi "...per vedere l'effetto che  fa..";  sui  femminicidi  quotidiani,  tra  i  quali  uno  degli  ultimi  addirittura  con  testimoni,
alludendo  a  quello  della  ragazza  strangolata  e  incendiata  a  Roma  alla  Magliana,  ci  si  ricorda ancora  delle  prodezze  di  Kabobo?  Chi  era,  dirà  qualcuno?  Per  comodità  abbiamo  la  memoria corta... Ecco. Adam "Mada" Kabobo, il ghanese che l’11 maggio 2013 uccise tre passanti a Milano a  colpi di piccone, poi condannato a vent’anni di carcere. Quel sabato, lo straniero, irregolare in Italia,  con precedenti per  resistenza,  rapina,  furto  e  stupefacenti, foto-segnalato nel 2011 in Puglia e intimato  all’espulsione,  si  aggirava per Milano di  prima  mattina,  in  zona  periferica, armato di una spranga, in stato di evidente alterazione psico-fisica. Si scagliò contro un 24enne che  tornava dal  lavoro  in  un  supermercato. Dopo una ventina di minuti  incrociò  un  operaio  50  enne,  e  lo  colpì  alla testa; anche questo, non grave, andò in ospedale. Nessun allarme alla Polizia! Quindi, raccolto un piccone in un cantiere, intorno alle sette, incontrò un pensionato 64enne. Lo colpì alla testa e all’addome in via Adriatico. Le ferite furono mortali. In piazza Belloveso, il ghanese vide un 40enne seduto davanti al bar, e lo colpì più volte alla testa, uccidendolo. Infine l’aggressione a un 21enne, colpito alle spalle mentre scaricava  giornali;  fu  ricoverato in fin di vita al Niguarda, ma purtroppo il giovane morì per le ferite alla testa.  


Dopo  questa  tristissima  premessa,  diciamo  subito che il cittadino che vede e nulla fa deve, con buona pace dei Magistrati, incorrere nell' omissione di soccorso di cui all’art. 593 del Codice Penale.  


Proprio quell'articolo che punisce come reato il mancato soccorso  alle vittime di un incidente stradale o a un minore abbandonato. Si tratta di un reato contro la persona, e più concretamente, contro la vita e l’incolumità individuale; quindi, un reato omissivo, con il quale dev'essere sanzionato il mancato intervento. 
Esistono anche delle aggravanti.  La pena aumenta se dalla condotta omissiva derivano delle lesioni personali mentre raddoppia per la morte della persona in pericolo. 

Cosa  fare?
Certamente non si richiede alla gente di fare gli eroi !
Il più immediato comportamento, se non  vi  è rischio per la propria incolumità, è quello  di fermarsi e intervenire in prima persona per fornire aiuto.  In caso contrario, è  necessario (sarebbe  meglio  dire  obbligatorio!)  chiamare telefonicamente  (chi  non  ha  un  cellulare  con chiamata gratuita al "112"?)
i soccorsi restando sul posto per fornire alle Forze dell’Ordine ogni informazione.  Troppo?  Mettiamoci  la  mano  sulla  coscienza!  


Per intanto ripetiamo quello che da sempre sosteniamo, lo Stato aumenti in modo  massivo la presenza delle Forze dell' Ordine sul territorio, sia urbano, periferico e  rurale, integrandole con elementi delle tre Forze Armate.
Non si vuol capire che il cittadino per bene va tutelato fortemente, il quale, alla chiamata di aiuto deve avere subito risposta.
A chi vota e paga le tasse le "Leggi svuota carceri" che danno carceri vuote e strade insicure non piacciono !


Lo si vuole capire o no?


 Raffaele Vacca - gen. di brigata CC in congedo



gen. Raffaele Vacca


Vedi anche: una città dove lo stato non esiste

Vedi anche: siamo contro l'indifferenza


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