ANC Segrate

Associazione Nazionale Carabinieri
sezione di Segrate (MI)
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mercoledì 31 gennaio 2018

chiesti 15 anni per il generale


riportiamo un articolo di Massimo Bordin del 27 gennaio 2018

 

Chiesti 15 anni per il generale Mario Mori, servitore dello Stato

Più che la pesantezza della pena richiesta dalla procura di Palermo per Mario Mori, a far riflettere è il giudizio della pubblica accusa


Può colpire la pesantezza della pena, 15 anni di reclusione, appena uno in meno di quelli richiesti per Leoluca Bagarella, feroce pluriassassino oltre che capomafia, ma quello che deve fare davvero riflettere nella richiesta della procura di Palermo nei confronti del generale Mario Mori è il giudizio che la pubblica accusa ha fissato, nella sua fluviale requisitoria, a proposito della più importante operazione guidata dall’allora capo operativo del Ros dei Carabinieri.

La cattura di Riina, ovvero la risposta dello Stato alla sfida sanguinaria delle stragi di Capaci e via D’Amelio, diventa nella narrazione dei magistrati palermitani “una tessera di un puzzle che gronda sangue”, un pilastro di una costruzione infame. Questo ha detto ieri, nella sua conclusione il procuratore aggiunto Vittorio Teresi, questo ha articolato nel suo ultimo intervento il pm Antonino Di Matteo.

L’arresto del capo dei corleonesi diventa una vittoria della mafia, un passaggio decisivo di una trama ordita dai criminali in combutta con lo Stato, un remake del caso del bandito Giuliano come se da allora nulla fosse cambiato nella storia del nostro paese e nei rapporti fra mafia e politica.

Una ricostruzione storicamente assurda e giudiziariamente temeraria, visto che per affermarla in sentenza si dovrebbero ribaltare cinque sentenze che l’hanno smentita nei suoi punti chiave.
E’ improbabile che si arrivi a un esito del genere ma è innegabile che sarebbe figlio dei tempi che stiamo vivendo, uno zeitgeist che gli iniziatori della inchiesta, i pm Antonio Ingroia e Roberto Scarpinato, hanno contribuito a costruire nel corso degli anni. Un complicato escamotage procedurale fa sì che a giudicare sia, insieme ai togati, una giuria popolare che potrebbe incarnare lo spirito del tempo a dispetto delle risultanze processuali che nulla hanno portato alle tesi dell’accusa.  E’ l’unico rischio che corre la difesa.

fonte: www.ilfoglio.it


Vedi anche:
articolo del 2014 sul generale Mario Mori


 

 

 

lunedì 29 gennaio 2018

pompieri del sabato notte

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Alle ore 2:48 della notte tra sabato e domenica 28 gennaio, tre giovani carabinieri di stanza a Segrate, fuori servizio, stavano rientrando lungo la S.P. Cassanese dopo una serata a trascorsa a Milano.
Giunti all'ncrocio con Via San Rocco, hanno notato una Peugeot 207 bianca (vedi immagine sopra) che aveva sfondato il guard-rail e si era ribaltata.

Accingendosi senza esitazione a prestare soccorso, il carabiniere D. P. sfondava il finestrino di sinistra con una pietra per liberare l'unica persona nell'abitacolo che stava saturandosi di fumo, un giovane segratese 25enne. Il vetro del finestrino, purtroppo, lo feriva a una mano. 


L'altro collega, un carabiniere scelto che si era già distinto in una notte del 2014 per un'operazione molto rischiosa a Novegro e che giovedì scorso aveva sconfinato a Pioltello per aiutare a evacuare i feriti del disastro ferroviario, notando un principio di incendio lo estingueva con l'estintore che si trovava a bordo dell'Alfa Romeo del suo collega.


La centrale operativa dei carabinieri provvedeva poi a inviare sul posto un ambulanza. Il giovane veniva quindi portato in codice giallo all'ospedale San Raffaele. 
Solo in seguito a esami sapremo se la vittima era sotto l'effetto di sostanze.

Il nostro plauso ai due giovani amici, che hanno dimostrato ancora una volta che si è carabinieri a tutte le ore del giorno e della notte.


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P.S.  La mattina di giovedì 25 gennaio alcuni nostri volontari di ANC Segrate, senza esitazione, hanno perso ore di lavoro per fermarsi ad assistere i feriti del disastro ferroviario di Rugacesio.

giovedì 25 gennaio 2018

ANC Segrate presta i primi soccorsi


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25 gennaio 2018, ore 6:59
Deragliamento di treno di pendolari a Pioltello. Tre donne morte, alcuni feriti gravi e decine di feriti lievi. Il treno era partito da Cremona alle 5:32 e i vagoni erano pieni di pendolari che si recavano a Milano.


alle 7:10 era ancora buio

Mancavano le vie di accesso ?

Come visibile nella fotografia sopra e in vari filmati, PURTROPPO, il treno si è fermato in una zona industriale nel comune di Pioltello, quasi al confine con il comune di Segrate. Le ambulanze e i mezzi Vigili del Fuoco giunti subito in zona, secondo i loro navigatori satellitari non avevano alcuna via di accesso ai binari e vagavano a sirene spiegate nel traffico intenso dell'ora di punta.

Dopo aver perso minuti preziosi, i VV.FF hanno finalmente forzato l'apertura della recinzione del campo agricolo sperimentale dell' Associazione Le Vele Onlus e quindi abbattere tre metri di recinzione in cemento sopra la massicciata ferroviaria. 

Nella fotografia sotto, i soccorritori si precipitano verso il varco di 3 metri appena aperto dai pompieri nella recinzione della ferrovia:
soccorritori verso il varco appena aperto



Per i primi 40 minuti seguenti, le barelle con i feriti han dovuto transitare su due scale a pioli dei pompieri e su 80 metri di prato fangoso prima di essere caricati sugli elicotteri o sulle ambulanze.
I passeggeri e i feriti meno gravi, invece, sono stati evacuati lungo la S.P. Rivoltana fino a una scuola in Via Molise a Limito di Pioltello e al Palasport di Segrate. La Protezione Civile si è occupata solo di questa seconda fase dei soccorsi.

Gli uomini di ANC Segrate, che si trovavano già in zona, hanno prestato i primi soccorsi e hanno chiamato altri colleghi come rinforzi.
Presente da subito il commissario Michele La Porta della Polizia Locale di Segrate. 
Subito dopo sono giunti i comandanti delle compagnie dell'Arma di Cassano d'Adda, capitano Giuseppe Verde, e di San Donato, capitano Antonio Ruotolo, nonché il maresciallo maggiore Pietro Fasano della Tenenza di Pioltello e il luogotenente Luigi Ricciardi di Segrate.


 
Dopo i primi minuti dal deragliamento, nessuno ha perso la calma neppure tra i sopravvissuti, i soccorsi sono avvenuti con professionalità e senza scene di panico.

Il questore di Milano è giunto in elicottero e ha subito avviato le indagini con i dirigenti Polfer per capire le cause del disastro ferroviario. Dalle prime indiscrezioni pari si tratti di un cedimento strutturale di un pezzetto di binario 2 Km a Est del punto del deragliamento. Il terzo vagone di un convoglio di quattro ha deragliato e sbattuto contro un palo metallico, mettendosi poi di traverso.
Alle ore 10:50 è giunto sul posto anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni.





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Sotto, i passeggeri appena scesi dal treno, numerosi i feriti leggeri e le persone in stato di choc:









Sotto, i primi rilievi sui binari da parte della Polizia Scientifica :

Filmati:








Uomini di ANC Segrate in azione:




con il comm. La Porta





con un car.sc. di Segrate




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