ANC Segrate

Associazione Nazionale Carabinieri
sezione di Segrate (MI)
email: anc.segrate@gmail.com

venerdì 30 dicembre 2016

bilancio 2016 dal Comando Provinciale

col. Canio G. La Gala

Milano, 30 dicembre 2016.  Stamattina durante il tradizionale incontro di fine anno il comandante provinciale dei carabinieri di Milano, colonnello Canio Giuseppe La Gala, ha fornito i dati del 2016 inerenti la criminalità.

"Il 70% dei reati sul territorio di Milano e provincia vengono perseguiti dai carabinieri: questo dato fa capire l'impegno a cui l'Arma fa fronte quotidianamente e per il quale recentemente è stata anche premiata, attraverso i suoi Comandanti di stazione, dal comune con il prestigioso Ambrogino d'Oro" ha affermato La Gala.
A testimoniare l'impegno dei carabinieri nell'attività di contrasto della criminalità, basta un dato su tutti: nel corso del 2016 sono 75.960 telefonate ricevute dalla centrale operativa dei carabinieri a Milano, chiamate che hanno generato oltre 30mila interventi. 


Nonostante la depenalizzazione di molti reati, "sono stati compiuti 5mila arresti, di cui 1.600 legati a reati per droga, e sequestrati 1.408 chilogrammi di cocaina. Abbiamo soccorso donne e bambini che hanno subito maltrattamenti con 183 arresti".

Gli omicidi, come evidenziano i dati, sono diminuiti e sul totale di 16 nel 2016, 12 sono stati perseguiti dai carabinieri, dieci dei quali risolti e 2 dove sono in corso ancora le indagini. Il colonnello, inoltre, ha voluto sottolineare che particolare attenzione è stata rivolta proprio alle violenze contro le donne con un'apposita task force formata da donne e alle truffe contro gli anziani, "reato particolarmente odioso,
che quest'anno ha portato in carcere 26 persone", ha detto La Gala.
 

"Oltre alle attività di intelligence e di controllo del territorio - ha aggiunto La Gala - è molto importante anche aumentare la presenza visibile sulle strade, che è una delle attività che stiamo incrementando al massimo per dare un messaggio tranquillizzante alla gente in questo periodo".

Quanto ai giovani, il colonnello si è soffermato sul consumo di alcol. "Il problema va affrontato perchè sempre più spesso vediamo minori fuori dai locali sotto l'effetto di alcol. E' una piaga, io non voglio creare allarmismi - ha detto - ma voglio responsabilizzare i giovani e le famiglie. Purtroppo i ragazzi giocano a bere, al binge drinking, un gioco che alla lunga può essere letale". 

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prefetto Franco Gabrielli
Da notare in questo fine 2016 l'iniziativa del capo della Polizia Franco Gabrielli, che ha diramato una circolare urgente per effettuare attività di controllo straordinaria per un'azione di prevenzione e contrasto a fronte di una crescente pressione migratoria e di uno scenario internazionale connotato da instabilità e minacce.
Questo è il primo passo di una strategia più ampia messa a punto con il ministro dell' Interno Marco Minniti che prevede entro poche settimane l' apertura di almeno un Cie (centro di identificazione e di espulsione) in ogni regione.
 
Secondo Gabrielli "il dispositivo volto al controllo ed all'allontanamento degli stranieri irregolari" consente spesso di "intercettare fenomeni di sfruttamento e di inquinamento dell'economia del territorio collegati a forme di criminalità organizzata di livello nazionale o transnazionale".
 

mercoledì 16 novembre 2016

con l'impegno di tutti si può e si deve riuscire

lgt Sebastiano Spina
In questi giorni televisioni e giornali tornano a occuparsi dei problemi di Via Padova a Milano (al confine Ovest di Segrate).
Da due mesi, l'antico edificio della stazione dei Carabinieri al n. 257 di Via Padova è comandata dal maresciallo aiutante s.u.p.s. Andrea Roncallo, che abbiamo conosciuto quando operava a Pioltello (al confine Est di Segrate).



Per 35 anni ci ha lavorato giorno e notte Sebastiano Spina, ora 65enne, andato in pensione a settembre col grado di luogotenente, anche quando negli anni di piombo i terroristi attaccarono la caserma con una bomba.
 
In una recente intervista il luogotenente Spina ha spiegato che "Via Padova è una delle più pattugliate e seguite della città; una grande attenzione delle forze dell’ordine, personale attento. Negli anni Ottanta fui tra i carabinieri impiegati nel parco Lambro, il parco della droga. C’erano cadaveri ovunque, giovani uccisi dall’overdose. Pareva una sfida impossibile. Ma ce l’abbiamo fatta, grazie al contrasto e alle politiche sociali, agli arresti degli spacciatori e alle comunità per i tossicodipendenti. Si può, si deve uscire dalle criticità. Con l’impegno di tutti e una strategia".

Riguardo la proposta di far pattugliare le strade anche ai militari dell'Esercito, Spina ha dichiarato: "non mi interessano le polemiche politiche: io dico che se determinati abitanti possono sentirsi più protetti con il passaggio della camionetta dell’Esercito, perché no? È un aiuto, senza ovviamente scordare attorno la necessità di una grande rete, condivisa, matura e responsabile; questa strada non va affrontata a casaccio e al volo; dev’essere percorsa, respirata, se vogliamo interpretata".


La zona più pericolosa di Via Padova è all'incrocio con via Arquà, via Clitumno e via Chavez. Sono vie con palazzi fatiscenti e condomini che hanno bollette inevase della luce ormai superiori ai 400mila euro. Perciò le scale sono buie anche con la luna piena e gli inquilini, quasi tutti maschi, vanno su e giù di notte con le torce, come minatori. Gli estranei non sono graditi, si ritrovano come minimo lungamente scrutati.
In queste case di ringhiera, abitavano immigrati meridionali poveri, ora immigrati del mondo, ancora più poveri: quando un padrone di casa prende il posto dell'altro, preferisce disfarsi dei mobili, e chiunque, guardando quei truciolati sfondati e quelle stoffe bucate, può farsi un'idea della miseria di queste strade. Letti, coperte, cuscini vanno in affitto a 15 euro a notte, per decine e decine di persone, di fantasmi senza nome.


domenica 13 novembre 2016

fuori servizio e disarmato

car. sc. Marco Pitarra

Sabato 12 novembre, nel primo pomeriggio a Santa Lucia di Piave (TV) , Marco Pitarra, 27enne carabiniere scelto di Conegliano, tornando a casa dopo il lavoro, ha notato un'automobile che non era fermata all'alt della polizia locale.
Senza alcuna esitazione, spinto dal senso del dovere, con la sua vettura Marco Pitarra si è messo di traverso all'altezza di una rotonda. Ha bloccato l'auto in fuga e costretto gli occupanti a scendere. Lui era disarmato.
Nell'auto erano in tre, tutti di etnia Sinti. Pitarra fa appena in tempo a qualificarsi che i tre gli si avventano contro con calci e pugni in faccia e al busto.
Sembra mettersi male ma nel giro di pochi secondi, con i vigili, arriva una pattuglia dell'Arma: i tre Sinti vengono ammanettati dai colleghi.

Marco Pitarra ha spiegato che: “Il mestiere non lo fai solo quando indossi la divisa, uno è carabiniere 24 ore su 24, sennò è meglio che faccia un altro mestiere. Questa volta ho avuto la peggio perché sono stato il primo che li ha affrontati. Ma era necessario farlo, e sono contento di avere avuto questa prontezza”.
Pochi giorni prima gli stessi nomadi erano stati allontanati con un foglio di via da Santa Lucia di Piave, dove occupavano abusivamente una casa.

 


venerdì 26 agosto 2016

nessuna prevenzione !



23 agosto 2016 - Un sisma di magnitudo 6.0 della scala Richter ha colpito l’Italia centrale nella notte. La scossa fatale è stata registrata alle 3.36 vicino ad Accumoli, in provincia di Rieti, a soli 4 chilometri di profondità.  Ci sono oltre 200 morti e centinaia diferiti: bambini sotto le macerie, mentre il sito online della cosiddetta "protezione civile" è inaccessibile nel momento in cui dovrebbe funzionare.
Il ministero della Difesa ha comunicato che sulla aree colpite sono dislocati almeno 350 militari, arrivati "dapprima con i Carabinieri presenti nelle stazioni locali, successivamente con i soldati dei Reparti prossimi alle zone colpite dal sisma".


La maggior parte delle vittime non sono state provocate direttamemente dal terremoto ma dal crollo di case che non erano affatto sicure per una zona notoriamente ad alto rischio sismico.
Per non parlare degli scandali che stanno emergendo, come quello della scuola di Amatrice, resa antisismica nel 2012 con 700 mila euro (della Regione Lazio, del Comune e della Provincia di Rieti) e crollata come un castello di carte.


Ancora una volta gravi pericoli sono stati totalmente ignorati e ancora una volta le sezioni cinofile di ANC sono in prima linea per salvare chi è rimasto sotto le macerie.

 


Sopra: due cani del gruppo cinofili di ANC Occhiobello (RO) in azione dal giorno 24 agosto.


Sopra: la squadra cinofili di ANC Giussano in partenza per le zone terremotate con i loro cani altamente specializzati nel recupero di persone sepolte sotto le macerie.
Sotto: furgone della squadra cinofili di ANC Alba, al lavoro anche in piena notte:


 

I cani addestrati alla ricerca di persone riescono a individuarle persone fino a 5 metri sotto terra e, nei primi 3 giorni, hanno avuto il pieno dominio sulle operazioni. In questo luttuoso evento hanno salvato 60 persone e individuato altri 50 corpi. 
Prima di ottenere la qualifica per la ricerca delle persone occorrono sedici lunghi mesi d'insegnamento e, a due anni, l'esame attitudinale che conferisce al cane, e al suo conduttore, l'operatività sul campo. 

Sotto: il pastore tedesco Grimm del gruppo cinofili dei carabinieri di Firenze assieme al suo conduttore, Damiano Sciarra:



vedi anche: i gruppi cinofili di ANC




mercoledì 3 agosto 2016

una piaga sociale



Dal 2013 i comuni di Pioltello, Segrate, Rodano e Vimodrone stanno portando avanti un piano di contrasto contro la ludopatia in generale e le slot-machine in particolare.

Gli agenti della polizia locale di Rodano, Pioltello, Segrate e Vimodrone hanno fatto un censimento delle sale scommesse e delle installazioni di videoslot nei bar, con particolare attenzione a quelli nelle vicinanze dei luoghi frequentati da minorenni o da anziani.

A Pioltello i nostri Carabinieri alcuni anni fa hanno arrestato oggetti affiliati alla ’ndrangheta che gestivano un giro di macchinette videopoker mangiasoldi.

Soprattutto in questi tempi di crisi, macchinette e tavoli da gioco continuano a moltiplicarsi, sotto l’egida del monopolio statale, mandando in rovina migliaia di cittadini.

Aumentano i disperati di ogni età e questa piaga delle slot machine ci induce a pensare che gli unici due valori rimasti siano il guadagno facile e il divertimento: l'esatto opposto di quanto insegnato nelle scuole dell'Arma dei Carabinieri e l'esatto opposto dei valori che anche ANC è tenuta a difendere.

Per avviare con serietà un'inversione di tendenza non basta certo l'opera di sensibilizzazione promossa dalle amministrazioni comunali. Dobbiamo impegnarci tutti in prima persona.

Chi continua a subire passivamente il declino dei valori e delle qualità della vita è colpevole tanto quanto le organizzazioni che lucrano sulle debolezze umane.





domenica 31 luglio 2016

concorsi scandalosi


lo scandalo dei concorsi truccati per esercito, GdF, polizia e carabinieri


L’intercettazione al vaglio degli inquirenti è strabiliante. Dimostra che l’algoritmo messo a punto per rispondere esattamente ai quiz, fare un passo importante verso la vittoria del concorso, arruolarsi in “ferma volontaria quadriennale” nell’Esercito e nella Marina, e puntare dritti verso il posto fisso nelle forze armate o di polizia, veniva dettato a mo’ di lezione a intere classi di scuole private.
 (...)
La trascrizione integrale è nelle carte dell’inchiesta condotta dagli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria della Finanza di Napoli, agli ordini del colonnello Giovanni Salerno, e coordinata dal pm di Napoli Stefania Buda.


Una delle tante indagini sui concorsi truccati nelle forze armate che da mesi impegnano gli uffici inquirenti partenopei. A dicembre i pm Giancarlo Novelli e Valter Brunetti hanno chiesto e ottenuto l’arresto di tre finanzieri che promettevano l’ingresso nelle Fiamme Gialle in cambio di cospicue somme di denaro (...).

Sulle scrivanie dei pm c’è la fotocopia di un articolo de Il Mattino (quotidiano di Napoli) dell’8 giugno: parla del concorso per selezionare 559 allievi di polizia, segnala che ben 194 candidati hanno risposto esattamente a tutte le 80 domande, e la stragrande maggioranza di loro sono campani. Forse non è una coincidenza. 

Di questo “concorsone” parlano al telefono alcuni indagati, i toni sono preoccupati. Ce n’è abbastanza per parlare di una epidemia di investigazioni che scoperchiano un malcostume diffuso e una cultura deviata alla radice: aspiranti tutori della legge che vogliono diventarlo imbrogliando e commettendo un reato. Ossimori viventi. 
Aiutati in questo percorso truffaldino da militari, ufficiali e sottufficiali che hanno a disposizione determinate scuole di preparazione al concorso. Scuole che col tempo hanno conquistato la fama di essere “i canali giusti” per vincere i concorsi e ottenere il posto fisso. E dove si può impunemente “dettare” una lezione su come rispondere esattamente ai test senza studiare.

La Finanza sta lavorando su nove concorsi indetti dal luglio 2015 in poi. Due bandi di reclutamento di ferma volontaria di un anno nell’Esercito; il concorso per la ferma quadriennale relativo alla “lezione” in viva voce sull’algoritmo (uno dei più appetiti); il concorso di settembre 2.015 per 490 allievi marescialli del ruolo ispettori dell’Arma dei carabinieri; il concorso per 1050 allievi carabinieri in ferma quadriennale riservato ai volontari delle forze armate; un altro concorso per il reclutamento di carabinieri, 1.096 allievi in ferma quadriennale; il concorso per allievi agenti della Polizia Penitenziaria; il concorso per gli agenti della Polizia di Stato di cui scrive Il Mattino; un concorso per 605 allievi marescialli in Guardia di Finanza. Praticamente i concorsi per tutte le divise che dovrebbero difendere la legge dello Stato.

(...) Siamo davanti a un “sistema”: con ruoli e gerarchie, in grado di assicurare il “risultato”. Nelle telefonate intercettate si fa spesso riferimento “ad amici a Roma” dai quali “sarebbero arrivate notizie”. In altre conversazioni si fa riferimento all’algoritmo. Che funziona per passare i test (e dunque presupporrebbe agganci con chi scrive le domande e i software di valutazione). 

Ma l’algoritmo, da solo, non è garanzia di arruolamento. Lo sa bene N. F., intercettato con C. F., uno dei mediatori. N. F. ha “acquistato” per 6.000 euro la formula. Non ha ottenuto un punteggio sufficiente a conquistare la ferma perché le altre prove non sono andate benissimo. Infatti, come è chiaro nel corso della telefonata, N. F. non ha comprato “il pacchetto completo” da 50.000 euro, l’unico che assicura il percorso netto fino alla vittoria. Ora però ci sono debiti da onorare. L’intercettazione del 13 aprile scorso.
 
articolo completo di VIncenzo Iurillo su: il fattoquotidiano 


(ANSA) - ROMA, 31 LUGLIO - "Le caratteristiche strutturali del sistema di reclutamento" nella Pa italiana "non sembrano adeguatamente favorire l'ingresso dei candidati migliori e con il profilo più indicato". E quanto sostiene uno studio condotto da quattro economisti della Banca d'Italia. "Sull'efficacia" delle selezioni "inoltre, alcune distorsioni del sistema, legate alla cadenza irregolare dei concorsi e alla perdurante vigenza di lunghe graduatorie di idonei".
  Il concorso tipico è burocratizzato, affetto da "un elevato grado di 'rigidità' e formalizzazione", con "prove scritte e orali, prevalentemente volte a testare conoscenze teorico-nozionistiche", si legge sempre nel dossier.
"Nel periodo 2001-2015, Regioni ed Enti locali hanno bandito quasi 19.000 concorsi per assunzioni a tempo indeterminato, con una media di nemmeno 2 posizioni disponibili per concorso".



Altri esempi di concorsi truccati:




giovedì 28 luglio 2016

ladri in fuga travolgono 13enne

clicca per ingrandire

Giovedì 28 luglio 2016.  Oggi pomeriggio poco dopo le 15, veniva segnalata un'auto sospetta che si muoveva nel parcheggio del supermarket Eurospin, nei pressi di via San Rocco a Segrate.
Al sopraggiungere della pattuglia dei carabinieri di Segrate in servizio di prevenzione rapine e furti, i sospetti ladri si davano alla fuga a bordo di una Opel Astra risultata poi rubata.


Dopo una folle corsa tra le vie del centro abitato di Segrate, il guidatore - un ragazzo 16enne di origini bulgare - ha investito un un ragazzino 13enne che stava attraversando in bicicletta il parcheggio davanti alla palestra di Via 25 aprile.

Il criminale ha proseguito la sua corsa senza accennare a fermarsi per soccorrere il ferito. E' stato bloccato dalla Clio dei nostri carabinieri dopo circa 2 Km, nella zona industriale Marconi (vedi fotogramma sopra). I militari hanno arrestato il conducente, L.P.,
per guida in stato di ebbrezza, omissione di soccorso, tentato furto e resistenza.
A bordo dell'Opel c'erano anche due bambini e un adulto disabile.


Trasportato rapidamente con l'elicottero del 118 (atterrato nel Centroparco) all'ospedale San Raffaele, il ragazzino investito è ricoverato con un grave trauma tranico ma fortunatamente non è in pericolo di vita.


Nella fotografia sopra si può notare l'Opel Astra grigia bloccata da una delle due nuove Renault Clio della nostra stazione Carabinieri di Segrate. L'Alfa Romeo 159 del NORM di San Donato Milanese è sopraggiunta subito dopo.

Sotto: il 13enne ferito a terra nel parcheggio di via 25 aprile, in pieno centro a Segrate.


Rilievi da parte della P.L. di Segrate:






a Segrate centro 

 

lunedì 25 luglio 2016

Antonio Sirtori



Stamattina è deceduto Antonio Sirtori, classe 1929, un uomo che per tutta la sua vita adulta ha sempre rappresentato un solido punto di riferimento per il quartiere di Rovagnasco e per tutta Segrate.
Un lavoratore semplice, onesto e infaticabile. Un uomo che sapeva presidiare con saggezza il territorio, un compito sempre più importante e necessario che ANC Segrate si impegnerà a portare avanti.


Condoglianze al nostro presidente Luca, suo nipote e come il nonno attivamente impegnato per Segrate.

sabato 23 luglio 2016

Alfano e le stragi di Monaco e Utoya

Aly Sonboly

Due esempi di stragi che sono avvenute anche perché nessuno dei "buoni" era armato:

22 luglio 2016 - All’interno del centro commerciale Olympia-Einkaufszentrum di Monaco di Baviera, stasera verso le 18, Aly Sonboly, un 18enne tedesco-iraniano ha ucciso nove persone e ferito altre 35 con una pistola Glock 17 che sarebbe stata acquistata su un sito web per il commercio illegale e parallelo di armi. Il numero di matricola fa risalire l’arma a un lotto venduto in Slovacchia nel 2014. 

L’attentatore di Monaco era decisamente ispirato, se non ossessionato, nella sua azione da Anders Breivik. Secondo quanto pubblicato dal quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, il suo computer era pieno di immagini dell’attentatore di Utoya e il suo "manifesto".
Venerdì era il giorno del quinto anniversario della strage di Utoya. Il killer ha usato a Monaco la stessa pistola utilizzata a Utoya da Breivik, una Glock 17 calibro 9x19 mm. Se la sarebbe procurata online su una “darknet”, senza dover fornire alcuna informazione sulla sua identità.


Tra la folla del centro commerciale di Monaco, nessuno altro era armato e nessuno ha potuto contrastarlo.

Cinque anni prima, in Norvegia, sull'isola di Utøya era in corso un campus organizzato dalla sezione giovanile del Partito Laburista Norvegese. Un uomo vestito con una strana uniforme simile a quella della polizia (vedi immagine sotto) e provvisto di documenti falsi  giunse sull'isola e aprì il fuoco sui partecipanti al campus, uccidendone 69 e ferendone 110, di cui 55 in maniera grave.


Il responsabile degli attentati, Anders Behring Breivik, trentaduenne norvegese, fu arrestato in flagranza a Utøya.
Anders Breivik si è avviato verso Utøya, vestito da agente della polizia norvegese e fingendo di cercare bombe sull'isola. Arrivato sull'isola con un traghetto, Breivik dapprima ha ucciso con una pistola Glock i direttori del campo, quindi si è diretto verso i giovani raccolti in un punto di ristoro, ha estratto una carabina semi-automatica e ha incominciato a sparare sulla folla, arrivando a uccidere 69 giovani tra i 14 e i 20 anni. 

Tra i presenti nessuno era armato e nessuno ha potuto contrastarlo. Diversi tra i morti erano feriti che sono stati poi giustiziati con calma da Brievik, che agiva indisturbato.

Solo dopo un'ora e mezza, la DELTA (Unità Norvegese Anti-Terrorismo), una squadre di elite della polizia, ha fatto irruzione sull'isola e l'attentatore si è consegnato senza opporre resistenza.


Sopra: mappa dell'isola di Utoya e delle vittime della strage, i pallini rossi indicano i morti, quelli gialli i feriti.



E' giusto che i comuni cittadini siano sempre disarmati e quindi senza mezzi per opporsi a terroristi o squilibrati violenti?


E' giusto che molti carabinieri e poliziotti fuori servizio spesso portano con loro il tesserino identificativo ma lasciano in caserma la pistola d'ordinanza?

Il ministro dell' Interno, Angelino Alfano, ha chiesto ai membri delle forze dell'ordine di girare armati anche fuori servizio.

Per favorire una riflessione sul tema si consiglia la lettura del seguente articolo di Luca Marco Comellini :



il poliziotto e la pistola



Nei giorni scorsi il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha invitato gli appartenenti alle forze di polizia a portare con sé l’arma in dotazione anche fuori dal normale orario di servizio. Un invito che ha sollevato non poche polemiche e mentre da parte dei sindacati del personale della Polizia di Stato le prese di posizione sulla vicenda sembrano orientate a privilegiare le richieste di tipo economico, facendo emergere il più significativo “se il Ministro vuole di più deve dare molto di più”.
Colpisce immediatamente nel segno la riflessione postata dall'avvocato Giorgio Carta sulla sua pagina Facebook. Il professionista, ex ufficiale dei carabinieri e molto noto nell'ambiente delle uniformi per la sua attività di tutela legale (...)
In una intervista rilasciata a Tiscali, il legale ha chiarito gli aspetti giuridici della richiesta del ministro Alfano.


Avvocato quella del ministro è una richiesta in linea con le attuali regole contrattuali?
"L’invito del Ministro è in sé sicuramente conforme alle attuali disposizioni di legge: gli appartenenti alle forze dell’ordine dotati di arma individuale, infatti, possono portarla con sé anche quando sono liberi dal servizio. E’ considerata una facoltà, non un obbligo e, difatti, il Ministro si è espresso in termini di “invito”. In ogni caso, a prescindere dal porto o meno della pistola di ordinanza, tutti gli appartenenti alle Forze dell’ordine hanno l’obbligo di intervenire per impedire la commissione di reati o per reprimerli anche fuori dell’orario di lavoro.
In verità, al riguardo, la Cassazione ha talvolta operato un distinguo tra le forze dell’ordine a ordinamento militare (considerate in servizio 24 ore al giorno in virtù del cosiddetto servizio permanente effettivo) e quelle a ordinamento civile, in alcune sentenze ritenute in servizio soltanto durante l’orario di lavoro.
Sinceramente questa distinzione non mi trova concorde e ritengo che anche il poliziotto libero dal servizio abbia l’obbligo giuridico di intervenire per impedire la commissione di reati.
Qual è il problema? 
“Il problema è un altro ed è prevalentemente morale e strutturale, più che economico. L’opinione pubblica e la stampa italiane hanno da tempo immemorabile ghettizzato ed isolato poliziotti e militari. Abbiamo, infatti, lo stupefacente paradosso di avere forze dell’ordine tra le meno violente al mondo e che, ciononostante, vengono regolarmente accusate di esserlo. Non mi riferisco a singoli casi, ma alla tendenza generale.
I nostri poliziotti sono così costantemente accusati di essere violenti da essere stati ormai grandemente inibiti a difendersi ed a fare un uso legittimo delle armi e, addirittura, indotti ad accettare anche gravi oltraggi e violenze senza reagire.
Questo è davvero triste perché constato come, sempre più spesso, la paura della crocifissione pubblica (e dei processi penali e disciplinari conseguenti) induca i cittadini in uniforme a subire offese ed aggressioni inaccettabili che in altri paesi sarebbero immediatamente ed energicamente represse con il plauso della stampa e della società civile."


Quali potrebbero essere i rischi per operatori e cittadini?"
Premesso che, in Italia, i rischi corsi dalle forze dell’ordine non importano praticamente a nessuno, il problema è inevitabilmente destinato a influire sul grado di sicurezza della nostra società, ma questo aspetto non è mai adeguatamente considerato, specie dalla stampa forcaiola (di poliziotti). Un tutore dell’ordine demotivato e timoroso di finire sotto processo per atti che sarebbero assolutamente legittimi oltreché dovuti (come fermare fisicamente un delinquente) nuoce non solo a se stesso, ma alla collettività, che inevitabilmente è meno protetta. La fondamentale differenza tra i Paesi stranieri e l’Italia è che nei primi è pacificamente accettato, in caso di pericolo anche solo supposto o putativo, il rischio che a rimetterci la pelle sia il delinquente e finanche il mero "sospetto". In Italia, il principio è ribaltato e si considera più accettabile che, nel dubbio, ci rimetta la pelle il cittadino in uniforme. Del resto, quest'ultima eventualità trova poi un esiguo ed effimero spazio nei giornali, non fa scendere per strada le folle né mette a rischio la poltrona di alcuno." 
Quanti preferiscono voltarsi dall'altra parte e perché?
"Impossibile quantificarli, ma ci sono e, per fortuna, restano ancora una minoranza. Parimenti è impossibile quantificare i tanti che, nonostante tutto, non arretrano e continuano a combattere la delinquenza con coraggio e determinazione. (...) Il problema è che i primi sono destinati a crescere e, difatti, oggi sono molto meno critico di un tempo verso coloro che, se possono, cercano “di imboscarsi” in un ufficio per non avere problemi."
Un consiglio al ministro?
"Il primo consiglio da dare a tutta la politica è di dotare urgentemente le nostre forze dell’ordine delle armi non letali già a disposizione delle altre polizie del mondo.
Penso, innanzitutto, al taser ed agli spray urticanti. Senza questi strumenti, i nostri poliziotti sono ancora costretti ad affrontare a mani nude un delinquente armato di coltello o di una spranga e questo è assolutamente insensato e suicida. Peraltro, essendo l’opinione pubblica notoriamente più preoccupata dei danni fisici subiti dai malviventi piuttosto che dai poliziotti, le armi non letali preserverebbero entrambi e consentirebbero arresti indolori e del tutto non violenti.  
Quale potrebbe essere il ruolo dei media?
“Più che alla politica, però, voglio rivolgermi alla stampa ed alla cosiddetta società civile, esortandole a considerare che il corpo di un poliziotto è l’ultimo baluardo della loro sicurezza. Oltre il vituperato “muro umano” degli operai con le stellette, infatti, ci sono le loro case ed i loro cari. L’ostracismo generalizzato - che da sempre mi fa ritenere che questo non è un Paese per poliziotti -  prima o poi si ritorce contro i cittadini e davvero non mi capacito del perché non si faccia mai questa semplice considerazione se non ora che il terrorismo internazionale rende la cittadinanza più timorosa e, guarda caso, più esigente verso le forze di polizia, chiamate a rendersi disponibili anche fuori dal servizio”.
Lei, dunque, chiede anche una protezione giuridica?
Il problema, quindi, non è chiedere questo ulteriore sforzo (che generosamente i nostri concittadini in uniforme non esiterebbero a fornire), ma di proteggerli giuridicamente e materialmente affinché possano svolgere efficacemente e con maggiore serenità il loro delicato compito, possibilmente sentendosi amati dalla gente. Sempre che non sia chiedere troppo."
Ecco la riflessione dell’Avvocato Carta pubblicata su Facebook:
 “Premesso che, fintanto che sono stato carabiniere, ho sempre portato con me la pistola anche libero dal servizio, perfino al mare ed in palestra, l'invito generalizzato del ministro Alfano a fare altrettanto mi lascia stupefatto. Infatti, come si può pretendere da un poliziotto o un militare italiano di tenersi pronto (a sparare?) in ogni circostanza se, anche quando è in servizio, passa l'anima dei guai se solo torce un capello ad un delinquente che magari lo sta aggredendo?
Abbiamo lasciato devastare piazza di Spagna dagli hooligans sotto lo sguardo impotente della polizia schierata ed ora pretendiamo che le forze dell'ordine intervengano anche fuori servizio, magari quando sono con moglie e figli?  Da decenni, soprattutto per colpa della stampa e della cosiddetta società civile, abbiamo indotto le forze dell'ordine a ritenere preferibile e raccomandabile il voltarsi dall'altra parte e, ora che abbiamo paura, le vogliamo pronte ad attivarsi anche mentre fanno la spesa al supermercato? Soprattutto, quando si decideranno a dotarle in servizio degli strumenti necessari (in primis il Taser) per neutralizzare i violenti senza andare a loro volta all'ospedale (e poi a processo)?”.
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due Clio dal Comune di Segrate


Giuseppe Saracino e 2 ufficiali

23 luglio 2016. Il Comune di Segrate oggi ha donato tre autovetture Renault Clio ai Carabinieri.
Due resteranno a disposizione della nostra stazione, una è destinata al comando di compagnia di San Donato Milanese.
Gratitudine al sindaco e ai cittadini di Segrate è stata espressa dal ten. col. Michele Cucuglielli, comandante del Gruppo carabinieri di Milano, dal magg. Mario Colicchio, comandante della Compagnia di San Donato e dal nostro lgt Luigi Ricciardi, comandante della stazione di Segrate. 

Il sindaco Paolo Micheli ha dichiarato che "l’amministrazione comunale è sempre molto attenta alle esigenze dell'Arma dei Carabinieri e più in generale di tutte le forze dell’ordine che operano in città, collaborando insieme per offrire un servizio sempre più efficace alla cittadinanza”. (probabilmente si riferiva anche alla guardie zoofile)




Si tratta di autovetture Renault Clio della quarta serie, con motore a benzina da 75 cavalli.  L'allestimento personalizzato comprende la sirena ed accensione autonoma e un faro di profondità, esteticamente uguale ai due fari blu a led e della stessa forma. I comandi di accensione, rotazione ed elevazione sono azionabili anche con radiocomando o telecomando. Sono due i supporti completi di blocco meccanico a chiave per arma lunga.

Questo modello di Clio ha ricevuto apprezzamenti per la tenuta di strada grazie al suo assetto sportivo, poco entusiasmanti invece la coppia del motore a 16 valvole: 1149 cc per 11 quintali di peso a vuoto - sono un po' pochi.  La coppia massima erogata, infatti, è di soli 107 Nm (le vecchie Fiat Grande Punto sviluppavano invece 190 Nm).
Criticabile anche la visibilità posteriore, con un lunotto ridotto e montanti massicci.
I carabinieri che han fatto corsi di guida veloce, infine, non gradiscono molto le interferenze degli automatismi elettronici, a volte invasivi: ABS, ASR, ESP. 


Le Renault Clio sono state adottate anche dalla Polizia di Stato, ma solo nella versione 1,5 diesel.
I carabinieri, invece, sono probabilmente stanchi dei continui problemi causati dai motori diesel con FAP (filtro antiparticolato) .


http://calzolaiosegrate.blogspot.it/

lunedì 18 luglio 2016

un generale molto operativo

Gaetano Maruccia


18 luglio 2016.  Il comandante generale Tullio dal Sette ha nominato il nuovo Capo di Stato Maggiore dell' Arma dei Carabinieri (il terzo gradino nella gerarchia dell'Arma). Si tratta del generale di divisione Gaetano Maruccia.
Dal luglio del 2015 è stato sottocapo di stato maggiore. Prende il posto del generale Ilio Ciceri, che assume il comando dell’Interregionale Podgora.

In un periodo di tensioni crescenti non possiamo che apprezzare la scelta di un uomo che ha passato quasi tutta la sua carriera in reparti e uffici operativi. 

In tutte le città dove è stato assegnato, Maruccia si è sempre distinto per la sua serietà, per la sua attenzione su ogni problema sociale del suo territorio e su ogni devianza criminale.

Il Generale Gaetano Angelo Antonio Maruccia, originario di Manduria (TA) è nato a Taranto il 5 febbraio 1957, è coniugato con la signora Angela. Hanno due figli e risiedono a Montecatini in provincia di Pistoia.


Molti impieghi operativi


Con il grado di tenente, è stato in Sardegna, prima comandante di plotone presso la Scuola Carabinieri di Iglesias, poi comandante della Tenenza di Villacidro (CA) negli anni 1981-1984.
Successivamente ha continuato l' esperienza territoriale, nel grado di capitano, quale comandante delle compagnie di Montecatini Terme (PT) 1984-1989 e Ostia 1989-1991.
Risiede tutt'ora a Montecatini.

Conseguito il grado di maggiore, ha ricoperto diversi incarichi nell' ambito
dell' Ufficio Operazioni del Comando Generale dell' Arma (1991-1995), fino alla promozione a tenente colonnello, quando è stato destinato al Comando Provinciale di Pisa (1995-1999).
Rientrato al Comando Generale, ha ricoperto l' incarico di Capo Sala Operativa e, successivamente alla promozione a colonnello, gli è stato affidato l' incarico di Capo Ufficio Piani e Polizia Militare e, in seguito, di Capo Ufficio Operazioni (1999-2003).
Impiegato nuovamente nell' Arma territoriale, ha retto i comandi provinciali di Catania (2003-2005) e Napoli (2005-2009).
Dopo i quattro anni trascorsi a Napoli, Gaetano Maruccia viene promosso generale in anticipo per meriti straordinari. Si è infatti distinto per la lotta alle decine di clan della provincia con 4 mila arresti nel 2008, la scoperta di covi di narcos in Spagna, tre notti in bianco e cattura dei rapinatori che uccisero il tenente Marco Pittoni.


Marco Pittoni
Dal 2009, nel grado di generale di brigata, è capo del II Reparto "Impiego delle Forze" del Comando Generale dell' Arma per assumere poi nel luglio 2012 il comando della Legione Carabinieri "Lazio".

Gli studi


Arruolatosi nel 1977, è stato frequentatore del 159esimo corso dell' Accademia Militare di Modena e successivamente del corso di applicazione alla Scuola Ufficiali dei Carabinieri.
Si è laureato in Scienze Politiche presso l' Università di Siena, in Scienze della Sicurezza Interna ed Esterna presso l' Università di Roma Tor Vergata, in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l' Università di Trieste, in Scienze della Pubblica Amministrazione presso l' Università di Catania. 


Ha frequentato il Corso Superiore di Stato Maggiore presso la Scuola di Guerra
di Civitavecchia.