ANC Segrate

Associazione Nazionale Carabinieri
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mercoledì 4 febbraio 2015

appartamenti a rischio


Nella foto sopra, la filiale Unicredit di Via I maggio a Segrate, proprio davanti al municipio, subito dopo l'esplosione dello sportello bancomat avvenuta lo scorso 1 novembre. Sopra ci sono appartamenti abitati da diverse famiglie, tra cui quella di un nostro socio.

Settimana scorsa i nostri amici carabinieri del NORM di San Donato Milanese hanno sventato l'assalto di 5 rom a uno sportello bancomat in un quartiere densamente popolato di Peschiera Borromeo.
Si tratta di atti criminali molto pericolosi che purtroppo stanno diffondendosi sempre di più, come spiega il seguente articolo pubblicato sul quotidiano "La Stampa" di Torino:






Se l’assalto ai bancomat diventa un’azione di guerra 

Da Nord a Sud crescono i colpi utilizzando bombole violentissime. L’azione è rapida ed efficace ma l’esplosione può far crollare gli edifici
Ieri ad Arcola, provincia di Spezia. Sabato a Bogliasco, nel Genovese, e a Peschiera Borromeo, vicino a Milano. Tre casi in 48 ore. Gli ultimi di una lunga serie. In meno di tre mesi sono stati fatti esplodere con bombole di gas altri bancomat a La Spezia, Treviso, Verona, Silanus in Sardegna, Rovigo, Peschiera, Capannoli, Fano, poi Basilicata, Villa Literno, Lugo di Romagna, Carpi, Bari, Padova, Varese, Bologna, Lucca. Difficile tenere il conto esatto. Alcuni colpi sono falliti, in altri il bottino è stato elevato, anche superiore ai 100 mila euro. 
"Come in guerra"
Incuranti dei pericoli non solo per gli improvvisati artificieri stessi ma soprattutto del tutto indifferenti all’incolumità passanti e dei residenti delle case che ospitano loro malgrado gli sportelli all’interno delle agenzie bancarie. A Bogliasco l’esplosione ha devastato la sede della banca e gli inquilini dei piani superiori hanno pensato a un attentato dinamitardo. «Sembrava di essere in guerra», ha detto uno dei residenti ai carabinieri. In questo caso, gente inesperta. Invece di usare una bombola di acetilene, che consente un’esplosione più selettiva, costoro hanno spinto all’interno della bussola dove era posizionato il terminale pos una bombola Gpl. L’innesco con un telecomando o con un impulso dato a un cellulare di vecchia generazione. Esplosione violentissima, tanto da semi-distruggere anche quasi tutte le banconote, bruciacchiate e danneggiate dai detriti. Scene drammatiche: muri sventrati, mobili lanciati in aria, cristalli infranti.   

In Piemonte, spiegano gli inquirenti, gli specialisti sono i Sinti. I primi colpi risalgono e sei, sette anni fa. Poi la tecnica s’è affinata. Si entra nella bussola interna dove c’è il bancomat con una card qualsiasi; poi si posiziona la bombola di acetilene vicino alle fessure del terminale. Si apre la valvola; in pochi secondi esce dal cannello quanto gas basta a saturare l’ambiente. Infine l’innesco. Se tutto è andato bene, la prima paratia blindata cede per l’onda d’urto e sventra la cellula di protezione che contiene il denaro; se va male salta tutto, con conseguenze - come è avvenuto in qualche caso - anche all’esterno, provocando danni alle auto parcheggiate, alle vetrine a fianco, ai vetri dei piani superiori. 

I rischi di colpire le persone elevatissimi, a volte volano in aria micidiali schegge di vetro, l’acciaio degli infissi divelti o delle plastiche e solo per miracolo, sino ad ora, nessuno s’è fatto male in modo serio. A Torino, in via Genova, tempo fa, lo scoppio all’interno di una banca aveva causato anche la momentanea evacuazione degli alloggi coinvolti. 

Il know how di base per questo tipo di impresa in poco tempo s’è diffuso in tutta la penisola. Nel Nord vengono in genere scelte le filiali e le agenzie dei paesi e quelle più isolate. Agiscono poco prima dell’alba, incuranti di videocamere di sicurezza e delle pattuglie delle forze dell’ordine. La "batteria" è composta da un minimo di tre ladri-artificieri. C’è l’autista, lo specialista dell’acetilene e quello che, protetto da guanti, maschere anti-fumo e cappuccio, cercherà tra le macerie il sacco con le banconote. 

Sono gang organizzate e pericolose, in genere slegate dal racket. In bilico tra la malavita organizzata e le associazioni criminali fai-da-te. In tutto, azione, esplosione, raccolta del bottino e fuga, non dura più 4, 5 minuti. E’ un sistema di moda, molto trendy, perchè funziona. La notte prediletta per il colpo è il venerdì sera, i banditi sanno che gli istituti di credito, infatti, caricano di denaro (anche duecentomila mila euro) i terminali in vista del fine settimana. C’è solo da augurarsi, se hai il bancomat nell’agenzia sotto casa, che ad agire siano esperti in questo tipo di crimine e non i dilettanti dell’ultimo minuto, alle prese con bombole ed esplosivi dei cui effetti sanno poco. O nulla


     Massimo Numa

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