ANC Segrate

Associazione Nazionale Carabinieri
sezione di Segrate (MI)
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sabato 31 gennaio 2015

sempre in servizio



Oggi a Cesano Maderno un carabiniere interviene per sventare una rapina ma viene ferito alla testa da uno dei banditi. 

L'appuntato, fuori servizio, stava facendo la spesa con la moglie quando, poco prima delle 19, due banditi armati di pistole sono entrati nel supermercato Carrefour per compiere una rapina. Lui è intervenuto senza esitazioni; mentre cercava di bloccare un rapinatore è stao sorpreso alle spalle dal complice ed è nata una violenta colluttazione: a farne le spese, sotto gli occhi terrorizzati della moglie, è stato il militare 43enne, colpito al capo da un calcio quando era già a terra.

I due banditi si davano alla fuga mentre il carabiniere è stato trasportato al vicino ospedale di Seregno, dove si trova nel reparto di neurochirurgia. Le sue condizioni sono gravi ma non sarebbe in pericolo di vita.
I nostri migliori auguri al ferito e un applauso al coraggio che ha dimostrato.
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13 maggio 2015.  Sono stati arrestati i presunti autori della rapina lo scorso gennaio al Carrefour di Cesano Maderno e del ferimento di un carabiniere, che faceva la spesa con la moglie: il militare era stato colpito alla testa con un calcio di pistola, poiché aveva tentato di fermare i malviventi. La sua riabilitazione è stata lunga e solo da inizio maggio è tornato in servizio. Ora, i carabinieri di Desio sono intervenuti in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, per rapina pluriaggravata in concorso. In manette sono finiti due giovani di 28 anni, residenti a Cinisello Balsamo.

Caccia all’uomo

Gli arrestati si chiamano Cristian Totta e Nicola Scannicchio. Secondo gli investigatori, sarebbero stati appunto loro a mettere a segno il raid all’ipermercato, il 29 gennaio scorso, e a ferire in modo grave il carabiniere. I due sarebbero rapinatori seriali. Avrebbero messo a segno almeno cinque colpi ai centri commerciali di Paderno Dugnano, Senago, Cinisello Balsamo e Cesano Maderno. In quest’ultimo caso, i carabinieri erano riusciti a rintracciarli. Da allora è iniziata una lunga caccia all’uomo, con pedinamenti e intercettazioni telefoniche. Fino all’arresto, avvenuto nella loro abitazione, alle prime luci dell’alba del 13 maggio.


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 Serata in discoteca a Milano

Qualche ora più tardi, a Milano, due giovani carabinieri in libera uscita, uno in servizio alla stazione di Magenta e l’altro all’aliquota operativa di Abbiategrasso, sono andati a ballare al Byblos, il club alla moda  in via Messina. Mentre sorseggiavano un drink a bordo pista, i due carabinieri hanno notato che fra gli avventori c’era una faccia conosciuta. Ovvero, Giovi Jovanovic, un pregiudicato 18enne di origini nomadi, residente a Magenta. Il 27 maggio scorso, a Cisliano, il giovane, all’epoca ancora minorenne, con la complicità di due amici aveva compiuto una rapina in villa, sequestrando per tre ore il figlio 17enne dei padroni di casa. L’adolescente era stato affidato a una comunità, ma dopo qualche giorno era fuggito, rendendosi irreperibile.
Sabato notte si trovava al "Byblos" con un gruppo di amici, nomadi anche loro. Dopo averlo riconosciuto, i carabinieri hanno capito che la loro serata libera era finita. Lo hanno tenuto d’occhio, hanno chiamato una pattuglia in supporto e lo hanno avvicinato. La manovra, però, non è sfuggita agli amici del ragazzo, che hanno opposto resistenza. Ne è nata una breve colluttazione, nella quale i due carabinieri sono rimasti lievemente feriti. Alla fine, però, il rapinatore è stato arrestato: adesso che è maggiorenne non si applica più l’affido alla comunità, e la nottata in discoteca lo ha portato dritto a San Vittore.

bravi e cattivi guidatori

la Audi S6 rubata

Ancora un esempio di ottime doti di guida degli operatori del NORM della nostra compagna di San Donato Milanese.
Stanotte poco prima delle 3, dopo un tentato furto a Peschiera Borromeo, la vettura dei ladri in fuga dai carabinieri è uscita di strada ribaltandosi sulla Tangenziale Est. Due uomini sono morti e tre sono rimasti feriti.


I cinque fuggitivi avevano tentato di far saltare un bancomat utilizzando una bomboletta di gas. Fallito il colpo si sono allontanati, ma sono stati intercettati dai carabinieri della nostra compagnia. Ne è nato un inseguimento durante il quale, sulla rampa di immissione in Tangenziale Est al termine della S.P. Paullese, i ladri hanno perso il controllo della vettura.
Secondo le prime indagini dei carabinieri i cinque ladri sono tutti nomadi milanesi, appartenenti allo stesso nucleo famigliare allargato. I due deceduti avevano 42 e 24 anni. Due dei tre feriti sono in ospedale in condizioni gravi.
L’auto da loro guidata è risultata rubata: si tratta di una Audi S6 (una vettura molto più potente delle "gazzelle") che viaggiava con una targa falsa sovrapposta a quella vera. 

I cinque avevano tentato di far saltare il Bancomat dell’agenzia della Banca Popolare dell’Emilia Romagna a Peschiera Borromeo. Il tentativo è fallito mentre l’esplosione della bomboletta di gas usata per tentare di sradicare lo sportello ha creato allarme tra i residenti. Sul posto sono arrivate subito cinque pattuglie dell’Arma. 



Una gazzella li ha intercettati mentre le altre quattro si muovevano in modo da chiudere ogni via di fuga. Per non mettere a rischio l’incolumità di altri automobilisti, i carabinieri si sono limitati a inseguirli a folle velocità senza perderli di vista

Prima che questo potesse accadere, però, la vettura, un’Audi S6 rubata, appena dopo essersi immessa sulla Tangenziale Est dalla strada Paullese, si è scontrata contro la barriera "New Jersey" e contro il guard-rail, ribaltandosi poi più volte. 

clicca per ingrandire
nella foto sopra: il potente motore dell'Audi, sbalzato a decine di metri dalla vettura


per fare un confronto:
                                motore           cilindrata                 potenza
 Audi S6                  8 cilindri        4,0 o 5,2 litri             420 CV 
 Alfa Romeo 159      5 cilindri            2,4 litri                  210 CV
 Fiat Bravo              4 cilindri            2,0 litri                  165 CV



domenica 25 gennaio 2015

tre arresti ma statistiche allarmanti



Dopo un complesso lavoro investigativo, i Carabinieri della compagnia di Monterotondo hanno rapidamente individuato e arrestato i tre giovani romeni rei confessi di un delitto efferato contro un anziano indifeso, il dottor Lucio Giacomoni di Mentana (a 23 km da Roma) ucciso nella sua abitazione.

Per cercare di capire il quadro generale della situazione - restando in Italia Centrale - non possiamo ignorare la lettera di denuncia di Filippo Saltamartini, sindaco di Cingoli (Macerata), senatore della Repubblica ed ex Vice-Questore di Polizia:

on. Saltamartini


RIPARLIAMO DI SICUREZZA (PUBBLICA)
Quando un fenomeno come quello dei furti nelle abitazioni aumenta a dismisura come negli ultimi tempi, l'allarme per la sicurezza è qualcosa di concreto e non è più solo una percezione di insicurezza (...).
Purtroppo in Italia su 100 furti commessi solo in 2 casi sono identificati gli autori.
La scienza criminologica ci insegna che questo cosiddetto "reato predatorio" era tipicamente occasionale. Generalmente cioè il ladro si metteva alla ricerca di ciò che poteva rubare, ma compiva il reato a seconda dell'opportunità che gli si presentava (una macchina aperta, un'abitazione con le chiavi sulla serratura ecc.).  Fino a qualche anno fa i furti in abitazione venivano consumati prevalentemente da tossicodipendenti o da nomadi.  E si rubava, generalmente, quando non c'era nessuno in casa. Si suonava il campanello o si telefonava o poi in caso di silenzio entravano.

Con l'importazione della criminalità dai Paesi ex-comunisti è cambiato il modus operandi: entrano anche quando le abitazioni sono occupate e, quel che è più grave, anche di notte. Spesso con vere e proprie bande che sotto minaccia della violenza impongono l'apertura di cassaforti ecc. Oltre ai furti in questi casi è anche oscuro il numero di altri reati (...).

In Italia ancorché il codice pena le punisce i furti in abitazione da 1 a 6 anni, non vi è esecuzione della pena. Mi spiego meglio. Se 2 dei 100 ladri che agiscono in Italia per un milione 800mila furti ogni anno (dati ISTAT) sono colti nell'atto di commettere il furto stesso sono arrestati dalla polizia giudiziaria ed entro 48 ore sono sottoposti alla convalida dell'arresto, SUBITO DOPO SONO SCARCERATI (perché la pena può essere scontata solo con una sentenza passata in giudicato, cioé inappellabile, che generalmente può arrivare dopo 10-12 anni). Generalmente questi reati vanno in prescrizione perché i giudici non ritengono queste condotte gravi anche se esiste l'obbligo di esercitare l'azione penale.  In realtà il codice prescrive il giudizio direttissimo ma i casi in cui si svolge si contano sulla dita di una mano.
Riassumendo: solo 2 ladri su 100 sono arrestati e quando finiscono nelle mani delle forze di polizia, dopo 48 ore sono in libertà e liberi di continuare a rubare. Basterebbe solo che scontassero 30 giorni perché si abbia un vero effetto dissuasivo (prevenzione speciale della pena). E se per caso, i 2 ladri sono condannati, c'è solo da aspettare una delle tante amnistie o indulti che periodicamente gli scioperi della fame di Pannella determinano, con la conseguenza che dopo aver frequentato l'Università del crimine, che è il carcere con le porte girevoli in 48 ore, tornano più scaltri e pericolosi a commettere reati. Talvolta anche a minacciare vittime e testimoni. Questa è la sintesi frettolosa, ma precisa della questione sicurezza dalle nostre parti. (...)

In questa situazione che cosa possono fare i 5 carabinieri di Cingoli o quelli di Macerata ?
Naturalmente non è una giustificazione. Hanno l'obbligo di intervenire sempre per esempio. Di fare tutti gli accertamenti e le indagini necessarie (compreso quando è utile la visione delle immagini delle nostre telecamere che funzionano perfettamente).

I coordinatori della sicurezza cioè il Prefetto e il questore dovrebbero appunto "coordinare" la politiche di sicurezza che ogni Corpo esercita ecc ecc.  Ma alla fine qual'è il risultato? Siamo sempre dentro i 2 a 100 o se va meglio i 3-4-5 a 100!
Cosa possono fare i Sindaci ? I Sindaci possono chiedere la riunione del Comitato provinciale che per Cingoli si è riunito meno di un mese fa in Prefettura.  Nell'occasione i carabinieri si sono impegnati ad aumentare 1 militare nell'organico della Stazione di Cingoli. Il Corpo forestale dello Stato manderà un terzo agente.
Ma il compito di svolgere indagini e identificare gli autori non è dei sindaci ma appartiene allo Stato negli organi che vanno dal Procuratore della Repubblica, alla polizia giudiziaria.
Conclusione. E' necessario riportare il tema sul binario del buon senso. 
Occorre approvare una legge dal seguente tenore: Art.625 ter codice penale:
"Chiunque viene condannato nella flagranza dei reati di cui all'articolo 624 bis del codice penale è punito con la reclusione da 6 a 12 anni. Non è ammesso il rito abbreviato. E' obbligatorio il rito direttissimo e la custodia cautelare in carcere dopo la condanna di primo grado".
Occorre affinare bene queste 3 righe e ripartirle bene tra i codici. E' certo che i ladri ci penseranno bene 10 volte prima di entrare. Sei anni di reclusione si scontano. Ma sopratutto consentirebbe di non mandare in giro per l'Italia bande di ladri provenienti dagli altri Paesi. (...) 

     Filippo Saltamartini
   











giovedì 15 gennaio 2015

pendolari in traghetto

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15 Gennaio.  Il Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Monza aveva avviato le indagini nel settembre 2013, in seguito a una serie di rapine in banche della nostra zona, consumate con il medesimo modus operandi: i rapinatori, dopo aver praticato un foro nel muro perimetrale, accedevano negli istituti di credito durante l’orario di chiusura al pubblico; una volta all’interno, mascherati e indossando tute monouso di materiale sintetico, si facevano aprire la cassaforte, poi immobilizzavano i dipendenti delle banche con fascette da elettricista. Sono stati traditi dal loro accento siciliano.

Gli accertamenti documentali, i tabulati del traffico telefonico e i riscontri effettuati sulle liste di imbarco di aerei e traghetti in partenza dalla Sicilia, hanno consentito all’Arma monzese l’individuazione dei componenti della banda, a partire da alcuni palermitani che, in occasione delle rapine analizzate, hanno effettuato viaggi dal capoluogo siciliano fino a Milano.
Ieri è stata quindi data esecuzione alla misura cautelare per associazione a delinquere, finalizzata alle rapine e ai sequestri di persona, nei confronti di cinque palermitani: Ignazio Randazzo, Benito Lo Re, Natale Caravello, Calcedonio Grimaldi e Antonino Pipitone, tutti già detenuti (i primi tre a San Vittore, i restanti due agli arresti domiciliari), in quanto tratti in arresto in flagranza nell’ambito di un intervento risolutivo, condotto il 7 febbraio 2014 dai militari dell’Arma, quando si accingevano a colpire la Banca Agricola Mantovana di Buccinasco.



  alcuni successi precedenti


venerdì 9 gennaio 2015

appuntato acrobata

A.V.G.
Mercoledì 7 gennaio, poco dopo le ore 16 la pattuglia dei Carabinieri di Segrate fermava un sospetto vicino a Via Modigliani. Dopo aver consegnato i documenti, il fermato - un 26enne di origine egiziana - sferrava improvvisamente un violento calcio all'appuntato e si dava alla fuga nei campi a sud di Via Buonarroti.
Risalito nell'auto di servizio, l'appuntato G. A. perlustrava la zona assieme al collega di pattuglia, il carabiniere M.C. 

Dopo alcuni minuti avvistavano il fuggitivo e lo inseguivano a sirene spiegate fino alla zona del centro sportivo tra Via Roma e Via XXV aprile.
Sentendosi in trappola, l'egiziano scavalcava con la forza della disperazione un muro di due metri. Il nostro appuntato, pur piuttosto avanti negli anni, scavalcava con ancora maggior velocità l'ostacolo impegnativo e piombava sul giovane egiziano, che veniva immediatemente ammanettato dal collega (anch'egli in perfetta forma fisica).
Alla scena hanno assistito alcuni cittadini segratesi che hanno applaudito spontaneamente.
Il fermato aveva diversi precedenti per furto e per truffa, quindi il nostro amico appuntato G. A. ha dimostrato anche fiuto oltre a una perfetta forma fisica.





giovedì 8 gennaio 2015

i fori nel parabrezza


Nella foto sopra, il parabrezza della Renault di servizio della polizia francese, crivellato dai colpi esplosi dagli AK-47 di due terroristi.
Se il fatto fosse successo in Italia, il parabrezza della Fiat Punto dei Carabinieri sarebbe stato perforato allo stesso modo e noi saremmo poi andati al funerale, con le bandiere listate a lutto, a piangere due nostri amici.

Possiamo evitare simili tragedie?

 
Dotare le auto di servizio di vetri anti-proiettile costerebbe troppo e non ci sono soldi.
Nello stesso tempo non mi sembra giusto pretendere il martirio dagli uomini delle nostre forze dell'ordine per poi considerarli eroi solo perché si sono trovati nel posto sbagliato nel momento sbagliato.


Nella foto sopra  Franck Brinsolaro, brigadiere 49enne (di origine italiana), uno dei due poliziotti francesi uccisi nel primo attacco. Che qualcosa di brutto potesse incombere Brisolaro lo sapeva. Lo aveva intuito. Dopo un’ennesima vignetta dissacrante di Charb, il poliziotto aveva detto: "può succedere un giorno o l’altro". Ma per un poliziotto il dovere viene prima di tutto. 

Terroristi e criminali in genere godono approfittano dell'effetto-sorpresa, sfruttano il vantaggio di avere loro l'iniziativa. In casi come la strage di ieri a Parigi, godono anche di armi da fuoco più potenti di quelle normalmente in dotazione alle forze dell'ordine.

Dobbiamo quindi rassegnarci a "sperare in bene", magari recitando un fatalistico "inshallah"? Non sappiamo che le nostre fontiere sono un colabrodo?  Dobbiamo continuare a "chiudere la stalla quando i buoi sono scappati" e a mettere inferriate alle finestre di case già svaligiate?  Dobbiamo far finta di non sapere che il perdurare della crisi economica porterà a tensioni e disordini crescenti?  Lo sapevate che Fatima Az Zahrà,  l'unica donna islamica italiana indicata come pericolosa del ministro Alfano, viveva nella nostra zona, a Inzago ?

  Un primo passo da fare è ovviamente quello di migliorare le attività di prevenzione, di conoscenza e controllo del territorio e dei suoi abitanti, tenendo sempre gli occhi ben aperti. I due presunti terroristi di Parigi erano ben noti alle forze dell'ordine e il loro obiettivo era prevedibile, però nessuno ha giocato d'anticipo.
L'attività di prevenzione, che il vero compito primario delle forze di polizia, può essere incrementata e migliorata con l'aiuto di tutti, compresi i normali cittadini.


Parliamone.

      M. R.

 






giovedì 1 gennaio 2015

il 2014 a Segrate


Nel 2014 la sezione di Segrate dell'Associazione Nazionale Carabinieri ha continuato tutte le attività inaugurate negli anni precedenti.
In particolare abbiamo portato avanti le attività di osservazione e prevenzione dei crimini presso la stazione Trenord di Segrate, presso le scuole di Via San Rocco e di Milano Due, come pure presso l'asilo "Santa Rita" al Villaggio Ambrosiano. In collaborazione con ANC Brugherio abbiamo inoltre tenuto corsi di educazione civica e protezione civile presso le scuole medie inferiori.
Continuano le attività di sorveglianza nell'ambito dell' Idroscalo, anche per supplire all'assenza dei City Angels, sia in occasioni di manifestazioni sportive sia nei normali fine-settimana della stagione estiva.
Numerose anche le attività dentro e attorno il nuovo centro civico di Segrate (nella fotografia sopra).  Nel mese di settembre abbiamo presidiato il centro per 16 giorni consecutivi, in occasione della mostra per festeggiare i 200 anni dell'Arma.

Anche nella città di Segrate, come in tutta la provincia di Milano, si registra purtroppo una tendenza in crescita dei reati contro il patrimonio e dei fenomeni  di microcriminalità, a opera soprattutto di soggetti stranieri e nomadi. Questa tendenza continuerà probabilmente nei prossimi mesi, anche perché il governo ha deciso di depenalizzare anche alcuni di questi reati (legge delega 67/2014). Altri fattori che non possono farci ben sperare sono il susseguirsi di decreti "svuota-carceri" e le occorrenze sempre più rare -anche a Segrate - di arresti che portino a espulsioni o detenzioni in carcere (certamente non per colpa dei Carabinieri).

A differenza del Comando Provinciale dei Carabinieri di Milano, non possiamo elencare cifre sulle attività di repressione del crimine, dobbiamo però sottolineare l'importanza delle attività di prevenzione, di deterrenza e di controllo del territorio.
In questi anni di crisi economica e di tagli sempre più pesanti sui fondi destinati alle attività operative dei Carabinieri (manutenzione automezzi, carburanti, ecc.) diventa sempre più importante cercare di non abbassare la guardia e di non diminuire le attività di pattugliamento nell'esteso territorio del comune di Segrate.

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Numerosi sono stati i successi fatti registrare dai nostri amici Carabinieri della stazione di Segrate, in particolare il grosso sequestro di eroina del 5 settembre. Diverse altre azioni non sono riportabili per non infrangere le imposizioni del segreto istruttorio.


Nella seconda parte del 2014 sono giunti a Segrate diversi giovani carabinieri e il neo maresciallo Marco C. che accogliamo con simpatia. Contemporaneamente vogliamo ricordare i carabinieri che sono stati trasferiti in altri comandi della nostra zona, come l'amico app. Simone Z. e il motociclista Roberto D.T. mentre il carabiniere sc. Vincenzo S., dopo tanti anni di impegnativo servizio a Segrate è stato (purtroppo) trasferito in Calabria.

In osservanza dell'art. 2 del nostro statuto, saremo ben lieti di continuare anche nel 2015 le azioni di cameratismo e solidarietà con i militari dell'Arma in servizio attivo.