ANC Segrate

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venerdì 5 settembre 2014

dopo 10 anni ancora il problema delle paghe

generale Emo Tassi

"Quando ho iniziato la mia carriera, per mettere su famiglia il carabiniere doveva attendere il compimento dei 28 anni. Allora c'era la voglia ma ostacolava il divieto.
Oggi il divieto è venuto meno ma subentrano problemi di natura economica. In sostanza le cose qui sono cambiate poco!
"


Dal discorso di commiato del vice-comandante dell'Arma, generale di Corpo d'Armata Emo Tassi, il 20 marzo 2004.

Il problema delle retribuzioni dei Carabinieri è oggi più che mai attuale.
I giovani Carabinieri, tuttavia, dovrebbero considerarsi molto fortunati  leggendo altre ricordi citati nel discorso del generale:

"Ora che l'anagrafe mi consente di pronunciare la frase 'ai miei tempi' vorrei ricordare loro alcuni aspetti significativi che caratterizzavano negli anni sessanta l'organizzazione e la vita della nostra grande Istituzione, in modo da valutare quanto sia stato intenso il processo evolutivo e lunga la strada percorsa, con particolare riferimento alla cura e al benessere del personale.
Il militare di servizio alla stazione era impiegato in turni di 24 ore consecutive! L'orario del Comando Legione regolava le normali operazioni di caserma, attenendosi alle disposizioni generali che prevedevano, per le 24 ore della giornata, una media di otto ore per il riposo, altre otto nel disimpegno di effettivo servizio ed il restante del giorno per istruzioni, riviste, governo dei cavalli, pulizia degli arredi, delle bardature, ecc.
Presso tutti i reparti era in vigore la libera uscita che terminava alle ore 24, con conseguente contrappello per verificare che tutti fossero rientrati.
Per indossare l'abito borghese bisognava essere in possesso di permesso firmato dal superiore, che poteva negarlo in relazione alla resa in servizio del militare.
Se uno poi andava a teatro o al cinema e c'era rischio che lo spettacolo terminasse dopo la mezzanotte, bisognava avere il permesso con la notazione "fino a fine spettacolo"!
L'area di libera uscita era vincolata dai limiti del presidio militare e di norma coincideva con la cerchia comunale. Al controllo di tutto il personale con le stellette provvedevano in città le ronde, l'ufficiale di vigilanza e il capitano di sorveglianza.
Ma le note più dolenti riguardavano le punizioni.
La consegna e la camera di punizione semplice erano scontate presso i reparti e le stazioni anche dai militari ammogliati. Mentre gli altri, mai più di un terzo della forza, si recavano in libera uscita, i puniti rimanevano nella loro camera o in quella messa a disposizione.
Chi incorreva nella camera di punizione di rigore veniva chiuso in un locale a ciò destinato, espressione eufemistica per non dire vera e propria camera di sicurezza, privato di cintura, della cravatta, dei lacci e di tutti quegli oggetti che potessero indurlo ad atti di autolesionismo.
Appena risultava che un carabiniere avesse nella sede di servizio una relazione con una ragazza ai fini di fidanzamento scattava subito il trasferimento dell'interessato ad altra sede.
Se poi le intenzioni erano diverse, il militare poteva incorrere in mancanza caratteristica che così recitava: "gli amoreggiamenti e le relazioni intime con donne nelle sedi di servizio debbono essere sempre troncate col trasferimento del militare, il quale è anche punito qualora, per coltivarle, sia venuto meno ai suoi doveri, ovvero, col suo contegno scorretto, abbia provocato commenti sfavorevoli o scandalo".
Mi auguro, come dicevo in premessa, che da questo breve spaccato di vita e storia dell'Arma vissuta possiate attingere utili spunti di riflessione e di conforto per superare quei momenti immancabili di disagio derivanti da fasi particolarmente onerose del servizio o da motivi, che spesso si rivelano futili, di incomprensione con colleghi e superiori.
Ma una cosa va sottolineata subito.  Anche in tempi di norme regolamentari e disciplinari che oggi appaiono severe e coercitive, il Carabiniere svolgeva il suo impegno quotidiano con lo stesso spirito di servizio e la motivazione di sempre.
L'amore per l'Arma, la scelta convinta di un lavoro concreto e visibile per la sicurezza del cittadino e la difesa dello Stato, la consapevolezza di appartenere ad una Istituzione di grandi tradizioni e profondamente amata dalla gente, costituivano punti di riferimento e di forza tali da far superare qualunque sacrificio.


Certo c'erano meno distrazioni, comodità e tentazioni rispetto ad oggi. Si viveva più insieme nei reparti, si stabilivano profonde amicizie e si fortificava il così detto spirito di corpo."


breve biografia di Emo Tassi

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