ANC Segrate

Associazione Nazionale Carabinieri
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lunedì 16 giugno 2014

un uomo d'azione, un carabiniere


gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa
"Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli".
"Se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue Istituzioni e delle sue Leggi; non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti."
"La giustizia è un orizzonte irraggiungibile. Noi possiamo soltanto continuare a camminare verso di esso non perdendolo mai di vista. Sono piccoli passi, percentuali di successo bassissime, ma non bisogna mai girare le spalle, altrimenti rischiamo di non vederlo più."

"Amo soprattutto i miei carabinieri, di oggi e di ieri, di ogni ordine e grado, anche quelli che non sono più." 

breve biografia ufficiale del generale


biografia filmata e intervista con Enzo Biagi


La figura di C.A. Dalla Chiesa, giovane ufficiale dei Carabinieri in Sicilia, ha ispirato il famoso romanzo "Il giorno della Civetta" di Leonardo Sciascia, da cui è stato tratto un film con Claudia Cardinale e Franco Nero:



Un nuovo termine, dal dizionario Treccani:

"L'umanità [...] la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà". Questa bella citazione dal romanzo di Sciascia si trova nel Vocabolario della lingua italiana Treccani, che, in qualche modo, dà una definizione articolata e onnicomprensiva: "chi parla troppo, quindi chiacchierone (e, nel gergo della mafia, delatore), o anche a persona alla cui loquacità non corrispondono capacità effettive, e perciò scarsamente affidabile".
Lo studioso siciliano Salvatore Claudio Sgroi ha fatto le pulci a queste definizioni, spiegando che "la parola proviene dal siciliano quacquaraquà e vale 'individuo senza spina dorsale, inutile, inconcludente'" e annotando che in dialetto il termine indica in particolare il verso della quaglia. In siciliano è presente anche la variante quaquaraquà - nella grafia, cioè, più correntemente adottata in lingua -, nel significato di 'zolfataio di scarso rendimento'. Niente a che fare, comunque, secondo Sgroi, con la mafia e l'eccessiva loquacità. In seguito, Manlio Cortelazzo e Carla Marcato, nel Dizionario Etimologico - I dialetti italiani, hanno fatto propria l'interpretazione data da Sgroi ("uomo da nulla, uomo vile").





da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/?f=a:10507>

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