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martedì 24 giugno 2014

rimosso il prefetto rimangono i problemi


partita di droga sequestrata a Perugia

Il Prefetto di Perugia Antonio Reppucci, è stato rimoso dall'incarico a seguito di alcune espressioni troppo forti da lui pronunciate nel corso di una conferenza stampa.

Reppucci si difende spiegando che il suo è stato solo un invito a fare squadra, a fare sistema: "ho voluto invitare a difendere Perugia, a fare gioco di squadra tutti insieme, con le Forze di Polizia che fanno già un lavoro egregio; a loro si devono unire però anche le forze della società civile, compresa la famiglia."

Qual'è il vero problema da rimuovere, un prefetto dal linguaggio troppo colorito oppure i 500 spacciatori, in gran parte tunisini, che la sera impongono il coprifuoco alla città di Perugia ?

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articolo di Antonio Libonati

Perugia ostaggio degli spacciatori, viaggio nella capitale italiana della droga

 
Un morto per overdose ogni 15 giorni. Quasi 300 arresti all’anno. Più di 100.000 siringhe da insulina, quelle usate per iniettarsi l’eroina, vendute nelle farmacie comunali, e oltre 200 interventi del 118 che hanno salvato la vita a persone che rischiavano la vita per overdose. Questi dati non si riferiscono a Scampia o a Quarto Oggiaro, ma a quella che fino a pochi anni fa era considerata una delle città più vivibili e tranquille d’Italia: Perugia.
Perugia è ormai la capitale della droga. In qualunque altra regione o provincia del Nord e del Sud i morti per overdose scendono anno dopo anno e qui invece salgono. Nel 2011 il capoluogo umbro ha raggiunto il non invidiabile primato europeo del consumo di eroina, con ben 5 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti, e se si pensa che al terzo posto si è piazzata Terni con 3 dosi al giorno, si capiscono le dimensioni di un problema che ha ormai da moltissimo tempo superato la soglia di guardia.
Perfino nel centro della città, proprio davanti al Duomo, può capitare che i pusher ti offrano direttamente la droga, per poi vendertela nei vicoli lì vicino. La città è letteralmente assediata dagli spacciatori, e non si esagera. La Polizia calcola che ogni giorno a Perugia venga spacciato oltre mezzo chilo di eroina al giorno, e che siano più di 500 gli spacciatori quotidianamente attivi su piazza, per lo più tunisini.
Sono i numeri di una guerra. Le cause sono molteplici: la presenza di migliaia di studenti, la centralità geografica della città, la scarsità di risorse delle forze dell’ordine, l’immigrazione clandestina.
Ma la diffusione così ingente di questo fenomeno fa emergere anche un altro dato, se possibile ancor più allarmante, per non dire deprimente. La città quasi sempre, davanti a una situazione così grave, troppo spesso preferisce voltare la testa da un’altra parte. I commercianti e i frequentatori del centro tollerano che lo spaccio e il consumo avvenga a cielo aperto, forse temendo ritorsioni. Accanto alla “Perugia omertosa” c’è poi la “Perugia complice”, una zona grigia della città che guadagna con l’indotto della droga e, quindi, ha convenienza a tacere su tutto. Si tratta di avvocati che adottano ogni escamotage per proteggere gli spacciatori con alta disponibilità di liquidi, di commercialisti pronti a offrire contratti di lavoro fittizi per coprire l’attività di spaccio dei pusher, di proprietari di casa che affittano scantinati senza chiedere spiegazioni. Salvo poi lamentarsi della situazione ormai insostenibile. A questo si aggiunga che l’80% dei consumatori sono persone residenti in Umbria.
Quando arriva la sera, a Perugia c’è il coprifuoco, la gente si chiude dentro casa. I residenti vanno via, lasciando il centro in mano ai tunisini. Al posto degli eleganti negozi e cioccolaterie di Corso Vannucci, sempre di più aprono paninoteche, kebabbari e baretti che vendono alcolici a basso prezzo.
Lo spaccio porta altra criminalità, come dimostrato nei video. Le risse e gli atti vandalici in pieno centro storico sono ormai all’ordine del giorno. C’è stata anche una sparatoria, una faida tra spacciatori tunisini e albanesi per un mancato pagamento. Il tutto davanti al Duomo della città. Quella stessa città che ha ormai smarrito sé stessa, e che viene abbandonata dai suoi stessi cittadini.
Un incubo, da cui Perugia non sembra saper uscire.


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