ANC Segrate

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lunedì 16 giugno 2014

lacrime e sangue

 Lacrime e sangue per i Carabinieri

L’Arma ha già pagato il suo tributo ai risparmi. Caserme, stipendi, uomini e mezzi: i dati choc 

Duramente colpiti, ridimensionati, quasi privati della capacità di reazione. La «mannaia» di Carlo Cottarelli, il commissario alla revisione della spesa, sta per abbattersi sull’Arma dei carabinieri dopo anni di «tagli decimanti» che già hanno piegato la «spina dorsale» della Benemerita. Con la prospettata spending review ad avere la peggio potrebbe essere, come pare inevitabile, la sicurezza dei cittadini. È quanto emerge da uno studio interno elaborato dal Cocer dell’Arma, «disarmata» nell’attesa degli ulteriori tagli che non tengono conto della straordinaria e invasiva opera di razionalizzazione già messa in campo in questi anni dalla Benemerita.  Numeri e cifre di quanto già fatto; ricadute e conseguenze che rischiano di abbattersi sulle nostre divise. Eppure l'Arma, che ogni giorno rischia la vita dei suoi uomini, ha già dato, è già venuta incontro alle esigenze di cassa dei governi che si sono succeduti.

INTERVENTI GIÀ EFFETTUATI
A causa delle varie leggi finanziarie susseguitesi negli anni, i carabinieri sono stati «costretti» a rivedere la propria organizzazione, a chiudere uffici, eliminare auto, elicotteri, navi. Perché quando si parla di riformare stazioni e tenenze, è di questo che si tratta: «colpire» un uomo un divisa che si sveglia ogni mattina per proteggere lo Stato e i cittadini.  (...) Non è stato nemmeno possibile «proteggere» l'organizzazione addestrativa della Benemerita: sono infatti state soppresse due Scuole Allievi di Fossano (Cn) e Benevento.

VIA AUTO, AEREI, NAVI, ARTIFICIERI, ELICOTTERI
L'Arma, dunque, ha subìto colpi micidiali, colpi da cui, a bocce ferme, sarà difficile riprendersi, soprattutto se si pensa al resto: 178 unità e 51 elicotteri recuperati nel servizio aereo; 234 unità e144 mezzi nel servizio navale (con la relativa chiusura di 82 siti); 49 unità recuperate nel 2012 sul reparto Carabinieri Presidenza della Repubblica e Reggimento Corazzieri; dai nuclei cinofili altre 87, con la riduzione dei presidi a 21; è poi 55 unità dai Comandi Artificieri, 107 tra i tiratori scelti e 60 nell’ambito dei subacquei.

STAZIONI CHIUSE, COMPAGNIE A RISCHIO
I cittadini hanno potuto assistere alla «sparizione» delle stazioni dei carabinieri, perdendo un punto di riferimento imprenscindibile, una garanzia di protezione e «sicurezza», un «alleato» fidato e sempre presente. Sono state accorpate 31 stazioni. La «mannaia» rischia inevitabilmente di abbattersi anche su altre 32, sulle quali sono in corso di ulteriori approfondimenti. Sono stati, inoltre, soppressi due presidi presso scali ferroviari e aeroportuali, mentre sei compagnie sono state rimodulate in tenenze. Sono state soppresse sei compagnie, altre tre sono state spostate, avendo come fine l'accorpamento di 9 stazioni. In pochi dei comuni individuati la situazione e rimasta invariata. Interventi «massacranti» per la Benemerita, che consentirebbero sì di recuperare 276 «posizioni di impiego», ma a che prezzo?

GAZZELLE SPARITE E SICUREZZA A RISCHIO
Eppure è chiaro, assodato, accertato, che ogni volta che da un paese o quartiere sparisce una caserma, la «gazzella» non si vede più e al numero di telefono memorizzato da decenni (il 112) non risponde più nessuno, gli effetti sulla comunità sono pessimi. (...) Ed è quasi un mistero il come riescano ancora ad agire e svolgere il proprio lavoro, nonostante da sette anni i loro bilanci si siano drasticamente assottigliati. Allora c'è da chiedersi: come può uno Stato ordinare una sicurezza più oculata sul territorio e allo stesso stesso tempo tagliare le risorse economiche per attuarla?

UMILIATI E OFFESI, DIVISE A META’ STIPENDIO
La spending review ha creato fra gli uomini dell'Arma scoraggiamento e sofferenze. Negli ultimi anni leggi e decreti si sono abbattiti sulla Benemerita, mese dopo mese, anno dopo anno, sfiancando chi nell'Arma c'è da decenni e chi c'ha appena messo piede. E se nonostante ciò i carabinieri continuano a servire lo Stato fedelmente e proteggere i cittadini, dall'altro non si può far finta di non vedere che vengono trattati come gli «altri» dipendenti pubblici ignorando la loro specificità, che viene così calpestata, sminuita, messa in secondo piano.  Cos'è infatti, se non questo, il blocco degli aumenti stipendiali, quello dei contratti, l'accorpamento del contratto normo-economico triennale, il blocco degli avanzamenti nel grado, quello su alcune indennità come l’assegno di funzione, la rivisitazione del sistema pensionistico, il blocco ormai infinito della previdenza complementare. E il protrarsi anche nel 2014 del blocco delle retribuzioni relative alle promozioni e agli automatismi stipendiali, non può non alimentare un disagio palpabile, crescente, a volte ingestibile. 

Lo Stato ha dunque abbandonato i «suoi» carabinieri? Ha lasciato al loro destino quei servitori che «nei secoli» hanno dato e danno la vita per gli altri? Lo Stato dimentica che quegli stessi carabinieri hanno moltiplicato i loro sforzi con la inevitabile conseguenza di aver dovuto accantonare, trascurare, le loro famiglie per dedicarsi alla sicurezza dei cittadini?  
Lo Stato non sa che i carabinieri sempre più spesso si separano dalle proprie mogli e che molti di loro si suicidano, come dimostrano i numeri?  
È solo un dato statistico o non è un segnale drammatico di scelte sbagliate?  Oggi un carabiniere non finisce più la carriera nell’Ufficio/Comando che ha contribuito a far crescere; non ha certezze sulla pensione (chi va in pensione in questo momento storico subirà un notevole danno economico); non si vede riconosciuta la previdenza complementare; si vede congelati gli aumenti stipendiali, l’avanzamento nel grado, l’assegno di funzione; assiste al mancato riordino dei gradi che preclude la speranza di carriera e nemmeno al rinnovo dei contratti; non si vede più affiancato da carabinieri giovani a causa del blocco delle assunzioni. È troppo.  A causa del blocco parziale del turn over, la forza effettiva dell’Arma registra un deficit organico di 12.600 unità a fronte di una forza prevista dalle leggi di 117.920 unità. Signor Cottarelli legga queste cifre, e si metta una mano sulla coscienza.

     Luca Rocca   -  22.3.2014


La risposta ufficiale del Ministero sui suicidi nell'Arma:
"La Commissione centrale, sul fenomeno dei suicidi, presieduta dal Sottocapo di Stato Maggiore dell’Arma ha svolto un’attenta analisi degli episodi, verificando l’estraneità al servizio delle motivazioni a base del gesto, constatando l’assoluta genericità del profilo del militare a rischio (anagrafico, familiare, psicologico, culturale, economico, operativo) e infine, accertando la correttezza dei competenti interventi (di gestione del personale, amministrativi e d’impiego) prima e dopo l’evento, così da escludere con certezza la delusione di aspettative rispetto all’Amministrazione."
Per quanto attiene ai suicidi, il dato relativo al 2012 registra un aumento del 25% circa degli episodi rispetto al 2011. Anche per il 2012, come per gli anni precedenti, il dato riferito all’Arma dei Carabinieri costituisce la parte prevalente del dato complessivo delle Forze Armate.

La sindrome del sottoufficiale
Secondo uno studio medico pubblicato su "Il Messaggero", ad essere più facilmente portato a mettere in atto comportamenti di tipo suicidiario risulta essere la figura del sottoufficiale. Una spiegazione può risiedere nel ruolo intermediario tra l'area decisionale e progettuale dell'istituzione militare e l'area esecutiva. Un ruolo che risente di una doppia sollecitazione, dall'alto e dal basso, alla quale deve quotidianamente rispondere e che finisce per essere particolarmente stressogeno.

Commento:  I problemi principali non sono dovuti a Cottarelli ma ad altri importanti personaggi della Pubblica Amministrazione. Purtroppo l'operatività dei carabinieri non viene limitata solo dalla mancanza di soldi e di mezzi.
Per ora non facciamo nomi ... chi vuole informarsi può rivolgersi al gen. Antonio Pappalardo oppure parlare in privato con i carabinieri operativi sul territorio.

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Il gen. Gallitelli parlando del bilancio 2013: "come carabinieri abbiamo ricevuto 125 milioni in meno rispetto alle esigenze di pura sopravvivenza".

 

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